Certo stampare organi porterebbe a superare il vero grande problema del trapianto cioè il trattamento farmaceutico per evitare il riggetto
SYDNEY – Pelle, cartilagine, arterie e valvole cardiache sono già stampate in 3D. Ma entro il 2025, dicono i ricercatori, saremo in grado di stampare tridimensionalmente anche cuori, fegati e reni. Le nuove cellule di “ricambio” saranno una copia delle cellule del paziente, riducendo al minino il rischio di rigetto.
I ricercatori dell’ospedale di St Vincent di Melbourne, in Australia, hanno ideato la tecnica per stampare tessuti e cellule di “ricambio”. I ricercatori hanno collaborato con gli scienziati del Centro di scienze degli elettromateriali dell’Università di Wollongon ed hanno già iniziato a sperimentare l’unità di biofabbricazione sugli animali.
Strato dopo strato vengono stampati tridimensionalmente tessuti di cellule vive e che hanno un tasso di sopravvivenza del 95%. Gordon Wallace, professore e direttore del Centro di Wollongon, ha spiegato: “Usare le cellule stesse del paziente per creare i nuovi tessuti evita il problema del rigetto immunitari. Entro il 2025, sarà possibile fabbricare anche articolazioni, ossa e anche organi funzionali completi, come reni e fegato, su misura per il singolo paziente, superando la necessità del trapianto di organi. La nostra abilita’ di stampare cellule vive e biopolimeri, e di distribuirli spazialmente in una struttura 3D, va ai limiti dell’immaginazione”.
A dare slancio alla ricerca sarà la messa in opera a partire dal mese di giugno nell’Ospedale St Vincent’s di un’unità di bla prima del genere in Australia a essere installata in un ospedale, spiega Wallace: “”Questo metterà in contatto diretto i nostri scienziati e ingegneri con gli specialisti medici, su base quotidiana. E potrà accelerare la realizzazione di congegni medici pratici oltre alla riproduzione di organi”.
da ansa.it