FABtotum, la stampante 3D multifunzione parla italiano
Milano – L’hanno chiamata terza rivoluzione industriale, la nuova rivoluzione informatica ed in passato persino fantascienza. Negli ultimi anni, tuttavia, la “stampa 3D” si è trasformata da tecnologia dispendiosa ed altamente specializzata in un servizio accessibile a tutti. Numerosi sono gli esempi di rilievo da segnalare nel mondo, e tra essi, l’Italia si è sicuramente distinta come uno dei paesi più propositivi in questo ambito. La stampa 3D domestica, definita più prosaicamente come fabbricazione personale, è possibile attraverso peculiari stampanti 3D inquadrabili come veri e propri “fabbricatori personali” – dispositivi poco più grandi di un forno a microonde – in grado di stampare/replicare oggetti o strumenti di uso quotidiano solitamente depositando materiali polimerici, meglio se biodegradabili. Sebbene in testa ad un siffatto ed innovativo settore tecnologico vi siano immancabilmente gli Stati Uniti, laddove vengono proposte stampanti low cost alla stregua del Makerbot Replicator, anche in Italia si è sviluppato un ambiente estremamente florido, in grado di veicolare la passione e le competenze di brillanti studenti e ricercatori. L’ultimo progetto sviluppato in tal senso è il FABtotum, un dispositivo in grado non solo di eseguire stampe 3D con polimeri plastici, ma anche di acquisire oggetti e riprodurli, realizzandoli in vari materiali quali legno, schiume poliuretaniche, cera e finanche metalli leggeri. La tecnologia dietro al dispositivo Made in Italy è così accurata che permette persino la creazione di circuiti stampati elettronici. FABtotum sarà presentato ufficialmente nella puntata di Superquark del 22 Agosto 2013 (Rai Uno ore 20:30), tuttavia abbiamo potuto parlare in anteprima con uno degli sviluppatori, che ha dichiarato quanto “il potenziale di una tecnologia in grado di creare, copiare o modificare oggetti fisici sia di enorme utilità per chiunque”. FABtotum è un dispositivo per il mercato di consumo, sviluppato da una startup milanese presso l’Acceleratore d’impresa del Politecnico di Milano e nato grazie all’intuizione di due ex-studenti di 28 anni del prestigioso ateneo, ovvero Marco Rizzuto e Giovanni Grieco. Nell’aprile 2013 il progetto FABtotum ha vinto il primo premio allo “Switch 2 Product”, concorso per l’innovazione aperto a tutta Europa e promosso dalla Fondazione Politecnico di Milano. In un cubo di 36 cm di lato, contraddistinto da design italiano ed attenzione alla qualità dei componenti, il dispositivo incorpora tutti i sistemi in grado di scansionare, stampare e tagliare, rendendolo uno strumento adatto alla scrivania. “Con FABtotum – ci ha spiegato Marco Rizzuto – è possibile prendere della creta, realizzare una forma con le mani e quindi introdurla nella macchina col fine di ottenere un file, che sarà a vostra disposizione per essere modificato, stampato o tagliato utilizzando numerosi materiali”. “Potrete anche spedirlo via email ad un vostro amico o collega – ha aggiunto lo sviluppatore – il quale potrà eseguire modifiche e stamparlo comodamente sulla sua scrivania”. Il dottor Rizzuto ha sottolineato inoltre che sia le componenti meccaniche che il software sono open source, dunque aperte a qualunque tipologia di modifica per uso personale. Un biologo, ad esempio, con gli opportuni interventi, potrebbe sfruttare il FABtotum per l’applicazione temporizzata di liquidi in provette oppure controllare la crescita delle culture con l’ottica incorporata, ma gli usi ipotizzabili sono veramente sconfinati. Questa affascinante avventura è iniziata in un garage milanese e punta, con l’ausilio di investitori, a raggiungere il mercato globale entro metà 2014.
da net1news.it