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Ecco che qualcosa da segni di vita ….

Stampanti 3D: anche in Italia le prime iniziative

Sempre più spesso si parla di stampanti 3D, dispositivi che hanno la capacità di replicare complessi oggetti in 3 dimensioni usando delle avanzate tecnologie di stampa. Una tecnologia del genere può avere un grosso impatto sulla vita di tutti i giorni innanzitutto perché oggetti sofisticati possono essere riprodotti a basso costo; poi perché i dispositivi di stampa possono essere portatili ed utilizzati all’occorrenza; infine perché, i recenti progressi effettuati in questo campo, indicano che è possibile ricostruire anche elementi del corpo umano: emblematico è l’esempio di un uomo a cui hanno ricostruito parte del suo cranio grazie proprio al’utilizzo di una stampante 3D. Si pensa, quindi, che in futuro potranno essere replicate non solo parti ossee ma anche tessuti ed organi interi.

Di recente, in tutto il mondo, stanno nascendo varie starup che consentono di trasformare le informazioni e i dati immessi nelle stampanti 3D in veri e propri oggetti dalle più svariate forme e dimensioni. Anche in Italia sembra che il fenomeno cominci a diffondersi e a dimostrarlo è Thingarage la startup specializzata in crowdsourcing su modelli tridimensionali per stampanti in 3D che si è distinta in questi giorni vincendo il premio “Filas Fame Award” al “Fame for Creative Industries” organizzato dalla Finanziaria Laziale di Sviluppo (Filas) – primo operatore di Venture Capital nel Lazio – in collaborazione con LUISS EnLabs, a Roma Termini. Obiettivo del progetto è quello di diventare il punto di incontro tra gli artisti che sviluppano modelli 3D in alta qualità e la domanda del mercato.

La competizione vinta da Thingarage si è svolta nell’ambito del “FAME for Creative Industries” e del LUISS EnLabs Investor Day, a cui hanno partecipato più di 100 tra investitori, business angels ed acceleratori da tutta Europa, oltre alle startup impegnate nel presentare le proprie idee di business. Obiettivo di FAME è mobilitare risorse finanziarie (pubbliche e private) per studiare lo sviluppo di un nuovo fondo paneuropeo per le industrie creative e allo stesso tempo delineare i meccanismi che permettano investimenti incrociati fra i vari Paesi e le aziende europee.

da theeconomy.it

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