Cercare il successo nell’additivo: puntare sui “fast follower” senza complessi

Perché considerare la via del “fast follower” nell’AM
Nel dibattito tra first mover e fast follower, la letteratura strategica mostra che non sempre chi arriva per primo vince: spesso chi segue con disciplina e execution mirata ottiene ritorni più affidabili, mitigando rischi di mercato e tecnologici. Nell’additive manufacturing (AM), dove i cicli d’adozione sono lunghi e la profittabilità è disomogenea, il posizionamento “second mover” può tradursi in focalizzazione su mercati già validati e in un vantaggio di costo/qualità costruito sui dati degli altri.
 

Dove operare da fast follower: nicchie “già calde”, processi e software
Una via pragmatica è entrare in segmenti dove la domanda è manifesta ma il servizio è ancora migliorabile: dental chairside, QA per LPBF, gestione dati e toolpathing avanzato. Il mercato dental 3D printing vale circa 3,1 mld $ (2023) e cresce rapidamente, segno di adozione consolidata su cui innestare efficienza operativa più che pura evangelizzazione. In parallelo, la qualifica di processo LPBF e gli strumenti software per standardizzare parametri e traiettorie restano spazi con forte disponibilità a pagare.
 

Esempio operativo: “micro-fabbriche” dispiegabili e catena del valore digitale
Fieldmade ha sviluppato le micro-fabbriche NOMAD per portare la produzione additiva “sul posto”, con partnership che coprono analisi materiali, qualità e automazione: integrazione del testing meccanico PLX-Benchtop di Plastometrex sui sistemi NOMAD, collaborazione con 1000 Kelvin per l’adozione di AI nel flusso di stampa sul campo, e uso di polveri di alluminio NExP-1 di Equispheres (non esplosive) per contesti operativi complessi. Per un fast follower, replicare questo approccio “ecosistema” in un sotto-segmento adiacente è spesso più efficace che provare a inventare tutto ex-novo.
 

Processo prima del prodotto: qualità LPBF e “ops” come differenziatore
Molte iniziative AM falliscono non per la tecnologia in sé ma per la ripetibilità e la capacità di qualifica. Strumenti di monitoraggio e controllo LPBF (es. piattaforme software e workflow di qualifica) stanno diventando un fattore competitivo: integrazioni recenti tra Dyndrite LPBF Pro e le macchine MetalFab di Additive Industries indicano una spinta a standardizzare parametri, accorciare la qualifica e rendere scalabili le linee. Un follower può specializzarsi proprio in questa “colla” di processo.
 

Scelte di portafoglio: evitare la dispersione, puntare su verticali con ROI misurabile
Anche player storici come Materialise sottolineano che l’AM attraversa una fase di selezione economica: meno investimenti, pressione sui margini, necessità di modelli sostenibili. Questo rafforza la tesi del fast follower: scegliere verticali dove l’AM ha già “product-market fit” (dentale, aerospace MRO, ferroviario, energia) e costruire vantaggi incrementali su supply chain, qualità e time-to-value.
 

Framework pratico per “seguire veloce” nell’AM

  1. Mappare la domanda reale: selezionare casi d’uso con ordini ricorrenti e SLA rigorosi (es. dental, MRO).

  2. Fare “design to qualify”: adottare software/processi che riducano la varianza LPBF e accelerino la qualifica.

  3. Integrare metrologia e prova materiale: testing rapido (es. PLX-Benchtop) per chiudere il loop qualità-processo.

  4. Partnership di filiera: polveri e processi certificabili (es. NExP-1) per ambienti operativi vincolanti.

  5. Ops e dati: orchestrare parametri, toolpath e tracciabilità come vero prodotto.
     

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Di Fantasy

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