Due alumni del Massachusetts Institute of Technology, Yiqing Wang e Biru Cao, hanno progettato FOODres.AI Printer, un sistema desktop chiuso che riconosce lo scarto organico via app, formula la “ricetta” con additivi naturali e deposita l’impasto su tre assi tramite estrusione controllata. L’idea nasce dentro l’MIT IDEAS Social Innovation Challenge e ottiene un finanziamento seed di 4.000 dollari dal PKG Public Service Center; nel 2025 il progetto riceve il Platinum A’ Design Award e l’iF Design Award.  

Dal rifiuto al pezzo finito: flusso di lavoro in quattro passaggi

  1. Riconoscimento via app: un modello di object detection addestrato in proprio individua il tipo di scarto attraverso la fotocamera del telefono.

  2. Ricetta automatica: l’algoritmo elabora proporzioni di scarto e additivi (glicerina, amidi, gelatina, ecc.) in base a viscosità ed estrudibilità previste.

  3. Miscelazione e preparazione: un modulo interno riscalda, tritura e pressurizza l’impasto per ottenere una pasta bioplastica.

  4. Stampa su tre assi: il materiale viene estruso a strati in un volume utile di circa 240 × 240 × 220 mm, con parametri autocalibrati.  Algoritmi “informati dalla reologia”

Il software include un modello di predizione viscosità–estrusione derivato da dati reologici: un approccio vicino ai metodi “rheology‑informed machine learning” sviluppati in bioprinting per correlare proprietà del fluido e risoluzione di stampa.  

Numeri operativi dichiarati dal team

  • Bicchiere da 200 mL: circa 30 g di scarti e ~35 Wh.

  • Consumo energetico: ~1/6 rispetto a un bicchiere in PLA commerciale considerando produzione del filamento e trasporto.
    Questi valori provengono dalle stime condivise dai progettisti nell’articolo originale e nella documentazione di progetto.

Struttura macchina e interfaccia
Il prototipo, realizzato a Cambridge (MA) nel dicembre 2024, adotta un guscio translucido con due aperture (ingresso scarti/uscita oggetti) per rendere visibile il processo. Librerie di modelli (portapenne, clip, tappi, vasetti) e upload di file personalizzati sono gestiti da un’interfaccia che guida l’utente passo passo, senza richiedere esperienza in stampa 3D.  

Additivi e formulazioni: perché glicerina, amido e gelatina
Plasticizzanti naturali come la glicerina riducono fragilità e migliorano la flessibilità delle matrici a base di amido; gelatina e altri biopolimeri aumentano coesione e facilità di estrusione. La letteratura su bioplastiche da risorse rinnovabili conferma l’efficacia di queste combinazioni.  

Impatto ambientale: da rifiuto domestico a oggetto d’uso
Secondo la documentazione del progetto, negli Stati Uniti lo spreco alimentare genera circa 170 milioni di tonnellate di CO₂ l’anno. L’adozione del sistema in 1.000 famiglie comporterebbe una riduzione di 18 t/anno di rifiuti organici conferiti in discarica e 45 t CO₂eq evitate tra metano e plastica vergine sostituita.  

Kit open‑hardware e costi previsti
Wang e Cao puntano a distribuire entro fine 2025 un kit open‑hardware con costo stimato intorno a 450 $, in modo da facilitare replicazione e manutenzione domestica. (Dato comunicato dagli autori nel materiale originale condiviso.)

Chi c’è in gioco: enti, premi, partner

  • FOODres.AI: il team guidato da Wang e Cao.

  • MIT IDEAS / PKG Public Service Center: programma e ufficio che hanno sostenuto economicamente il progetto.

  • iF International Forum Design GmbH: organizzatore dell’iF Design Award 2025.

  • A’ Design Award & Competition SRL: promotore del Platinum Award 2024–2025. 

Dove si colloca nel panorama “food printing” e upcycling di scarti
Ricerche su stampa 3D di biomasse e scarti alimentari indicano che la reologia (shear‑thinning, modulo di stoccaggio, stress di snervamento) governa la qualità del pezzo, mentre modelli statistici e ML accelerano la scelta dei parametri. Il dispositivo MIT porta questi principi su scala domestica, integrando riconoscimento visivo, ricette e deposizione in un singolo oggetto.  

Criticità e margini di miglioramento

  • Decolorazione e odori: alcuni scarti rilasciano pigmenti o aromi; servono filtri o additivi neutralizzanti. (Inferenza dalle proprietà note dei biopolimeri alimentari.)

  • Stabilità nel tempo: gli oggetti compostabili possono assorbire umidità o degradarsi; occorrono coating o ricette dedicate per usi prolungati. (Inferenza supportata dalla letteratura su bioplastiche a base di amido/glicerina.)  

  • Sicurezza alimentare: se si stampano contenitori per cibo, bisogna valutare migrazione di composti e igienizzazione. (Riflessione basata su norme tipiche per packaging e studi su biopolimeri alimentari.)  

Dati chiave (in sintesi operativa)

  • Riconoscimento scarti via app + modello di visione addestrato su migliaia di immagini.

  • Miscelazione e stampa in un unico chassis, volume utile ~240 × 240 × 220 mm.

  • Additivi naturali: glicerina, amidi, gelatina.

  • Esempio di consumo: 30 g scarti e 35 Wh per un bicchiere da 200 mL.

  • Emissioni evitate ipotizzate: 45 t CO₂eq/anno su 1.000 famiglie.  


 

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Di Fantasy

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