Stampa 3D e fotonica: cosa dice la nuova review accademica e perché conta per l’industria

Che cosa analizza la review
Un gruppo di ricercatori di Bangladesh e Cina ha pubblicato su ChemPhysMater (Elsevier, 2025) una rassegna tecnica che mappa come i processi di manifattura additiva “a luce” stiano abilitando ottiche e dispositivi fotonici di nuova generazione. Il lavoro passa in rassegna stereolitografia (SLA), digital light processing (DLP) e, soprattutto, two-photon polymerization (TPP/2PP) per realizzare microlenti, guide d’onda, cristalli fotonici e metamateriali fino alla scala sub-micrometrica.
 

Tecnologie chiave: SLA, DLP e TPP
La review contrappone i limiti della litografia planare tradizionale alla libertà geometrica delle tecniche a fotopolimerizzazione: SLA e DLP risultano efficienti per componenti micro-ottici, mentre la TPP—con laser a femtosecondi—raggiunge accuratezze nanometriche utili per cristalli fotonici 3D e circuiti ottici integrati. Sono discusse anche architetture ibride (scansione + proiezione) per scalare la produttività mantenendo la qualità ottica.
 

Materiali e fotoiniziatori per ottiche trasparenti
Il paper dettaglia fotoresine trasparenti e sistemi fotoinizianti come TPO, BAPO e LAP, nonché l’impiego di coloranti assorbenti e nanoparticelle funzionali per modulare indice di rifrazione, assorbimento e risposta spettrale. Un tema centrale è la polimerizzazione con luce visibile, che apre a idrogel biocompatibili e integrazione con cellule vive.
 

Applicazioni: dalle microlenti ai sistemi adattivi
Gli esempi includono cristalli fotonici stampati in 2PP con colore strutturale, attuatori in elastomeri cristalli liquidi (LCE) per ottiche “4D” riconfigurabili, sensori biomedicali e metamateriali terahertz. Sul fronte “lab-on-chip”, resine trasparenti e microcanali 3D abilitano diagnostica ottica e monitoraggio cellulare.
 

Colli di bottiglia e direzioni future
Le criticità evidenziate riguardano il compromesso robustezza/trasparenza, la velocità di stampa e il portafoglio materiali. Le direzioni concrete includono multimateriale, nuovi nanocompositi per ottiche, ottimizzazione guidata da AI di parametri/percorsi e integrazione con optoelettronica flessibile; obiettivo: trasferire la nanofabbricazione da laboratorio a linee produttive per fotonica su chip.
 

Standard industriali e scaling della 2PP
Per passare a parti su centimetro con proprietà meccaniche affidabili, la standardizzazione dei test è cruciale. Un lavoro con TU Wien, Caltech, RWTH Aachen e UpNano ha dimostrato per la prima volta prove meccaniche normalizzate su campioni 2PP “bulk”, mettendo in evidenza velocità >450 mm³/h e percorsi verso la produzione.
 

Ecosistema aziende: materiali e piattaforme
Nel panorama industriale spiccano Nanoscribe (gruppo BICO) con il fotoinchiostro IPX-Clear per micro-ottiche 2PP ad alta trasparenza; UpNano con la piattaforma NanoOne e resine ad alte prestazioni per stampa veloce e campioni ISO; BIO INX con l’idrogel Hydrotech INX N200 per 2PP su scala millimetrica utile in bioprinting; Advanced BioMatrix insieme a Nanoscribe su nuove bioresine per 2PP. Queste offerte mostrano una filiera pronta a supportare ottiche stampate 3D dall’R&D alla pre-serie.
Fonti: (Stampare in 3D)

Frontiere applicative: “pelle fotonica” autoalimentata
Sul versante applicativo, ricercatori della National University of Singapore hanno mostrato una “photonic skin” stampata in 3D e autoalimentata per comunicazioni sottomarine e sicurezza, caso d’uso che conferma l’ampiezza degli sbocchi della manifattura additiva in fotonica.
 


 

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Di Fantasy

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