L’azienda Freemelt, con sede in Svezia, ha ricevuto un incarico da Oxford Sigma per eseguire una serie di test geometrici su componenti in tungsteno realizzati tramite produzione additiva. Questo studio ha l’obiettivo di verificare la fattibilità dell’utilizzo di componenti in tungsteno per le centrali elettriche a fusione, un settore che richiede materiali con prestazioni eccezionali. L’incarico conferma il ruolo sempre più importante di Freemelt nell’ambito dell’energia e segue altri progetti di produzione additiva di tungsteno già avviati dall’azienda. Il termine per l’implementazione del progetto è fissato per il primo trimestre del 2025.

Tecnologia avanzata per materiali critici

Per eseguire questi test, Freemelt impiegherà la propria tecnologia avanzata di fusione a letto di polvere a fascio di elettroni (E-PBF) e utilizzerà la sua macchina industriale eMELT. Questa tecnologia è particolarmente adatta per la produzione di componenti in tungsteno, un materiale noto per la sua altissima resistenza e capacità di sopportare temperature estreme, caratteristiche fondamentali per applicazioni nel settore dell’energia da fusione. Il progetto prevede di testare la resistenza di questi componenti sotto carichi termici elevati, simulando le condizioni reali delle centrali a fusione. Se il tungsteno prodotto con questa tecnologia risulterà adeguato, Oxford Sigma potrà proseguire con lo sviluppo e il collaudo di questi componenti in scenari operativi.

L’importanza del tungsteno nel settore energetico

Il tungsteno è uno dei materiali più difficili da lavorare, ma le sue proprietà lo rendono ideale per applicazioni che richiedono resistenza alle alte temperature, come nel caso delle centrali a fusione. Daniel Gidlund, CEO di Freemelt, ha commentato: “Questo ordine rappresenta una conferma della nostra solida posizione nel settore energetico e della nostra esperienza nella produzione di componenti in tungsteno, un materiale che offre prestazioni eccezionali nelle condizioni più critiche.” La validazione della capacità di produrre componenti di tungsteno attraverso la produzione additiva potrebbe aprire nuove strade per l’utilizzo di questo materiale nell’industria energetica, con applicazioni che spaziano dalle centrali nucleari a fusione fino ad altri ambiti di alta tecnologia.

Collaborazioni e sviluppi futuri nell’energia da fusione

Oxford Sigma, specializzata nella scienza dei materiali e nello sviluppo di soluzioni per l’energia da fusione, ha recentemente avviato una partnership strategica con Novatron, un’azienda svedese, per lavorare su nuovi progetti legati alla fusione nucleare. Il progetto con Freemelt potrebbe segnare un passaggio cruciale verso la commercializzazione dell’energia da fusione, un settore che sta compiendo passi significativi verso la realizzazione di soluzioni energetiche sostenibili e potenti. I test sui componenti in tungsteno rappresentano una parte fondamentale di questi sviluppi, con l’obiettivo di testare nuovi materiali in condizioni operative reali, favorendo al contempo avanzamenti nella ricerca sui materiali adatti alla fusione.

Di Fantasy

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