Beehive porta la serie di motori Frenzy verso il volo con il 3D printing per piattaforme UAS
Beehive Industries ha concluso una campagna di test in quota per il suo motore Frenzy da circa 200 lbf di spinta, svolta in un centro di prova governativo in Ohio in condizioni di alta quota. I test hanno incluso sequenze di accensione, accelerazioni e cicli di funzionamento su profili equivalenti a una missione operativa, verificando spinta, stabilità, temperature e consumo specifico di carburante. Con questo traguardo, l’azienda considera il motore pronto per la fase di integrazione su piattaforme UAS con l’obiettivo di arrivare a voli di prova all’inizio del 2026.
Beehive Industries, contratto USAF e programma Frenzy
Beehive Industries è un produttore statunitense di sistemi di propulsione a getto per velivoli senza pilota in ambito difesa, con una strategia industriale costruita intorno all’additive manufacturing. Il programma Frenzy nasce sullo sfondo di un contratto da 12,46 milioni di dollari assegnato nel 2024 dall’U.S. Air Force Rapid Sustainment Office in collaborazione con l’University of Dayton Research Institute, finalizzato a sviluppare motori a reazione economicamente sostenibili, rapidi da produrre e ottimizzati per missioni “attritable” e di sciame.
Architettura “additive-first”: meno vincoli, più integrazione
Il cuore della strategia di Beehive è un approccio “additive-first”: il motore viene progettato sin dall’inizio per la produzione additiva, in particolare tramite processi di stampa 3D su metallo come il metal powder bed fusion. In questo modo è possibile:
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concentrare funzioni strutturali e termiche in un numero ridotto di componenti;
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integrare canali di raffreddamento, geometrie interne complesse e interfacce funzionali difficili da ottenere con fusioni tradizionali;
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modificare rapidamente il design partendo dal modello CAD, senza cicli lunghi di attrezzaggio e rifacimento stampi.
Questo approccio permette di accorciare in modo significativo i tempi di sviluppo rispetto alla catena tradizionale, riducendo passaggi di lavorazione e scarto di materiale, mentre gli stabilimenti di Denver, Cincinnati e Knoxville vengono organizzati per supportare una produzione in piccola serie dei motori Frenzy.
La campagna di test in quota e il ruolo del 3D printing
Nella campagna di test in quota il motore Frenzy ha affrontato accensioni a quota simulata con aria rarefatta, ramp-up di giri e transitori rapidi di spinta, oltre a funzionamento su profili che riproducono fasi di crociera, manovra e rientro.
In parallelo, la produzione additiva consente a Beehive di mantenere un ritmo molto serrato di sviluppo: la fase che va dalla definizione dei requisiti di produzione al First Engine to Test (FETT) è stata compressa in pochi mesi, con quattro motori Frenzy testati in sei mesi e una cadenza di un nuovo motore ogni sei settimane.
La famiglia Frenzy: 100–300 lbf per UAS difensivi
Frenzy non è un singolo motore, ma una famiglia di propulsori a getto destinati a diverse classi di UAS. La gamma copre un intervallo di spinta da 100 a 300 lbf, con diametro compreso tra 6 e 9 pollici e peso nell’ordine di 15–35 libbre, e con una progettazione mirata a oltre 10 anni di stoccaggio per motori che possono restare in magazzino e venire attivati quando necessario.
Questi motori sono pensati per:
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droni monouso o “attritable” destinati a missioni di precisione;
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sistemi di loitering e swarm, in cui conta la capacità di dispiegare rapidamente un grande numero di piattaforme;
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applicazioni counter-UAS e altre missioni di difesa, dove compattezza, efficienza a carichi parziali e risposta rapida della catena di fornitura sono fattori critici.
Meno parti, più velocità di sviluppo
Uno dei dati più significativi riguarda la riduzione del numero di componenti: grazie alla progettazione per additive manufacturing, un motore come Frenzy passa da un ordine di grandezza di 400–500 parti a circa 40 componenti principali, diminuendo in modo netto la complessità di supply chain e montaggio.
Questa semplificazione si traduce anche in:
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minore dipendenza da fornitori specializzati per fusioni e lavorazioni complesse;
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maggiore flessibilità nella scalabilità della produzione;
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possibilità di iterare configurazioni e architetture interne senza ripensare l’intera linea produttiva.
La combinazione tra 3D printing e progettazione additiva dedicata consente di portare sul banco prova motori pienamente funzionali in mesi anziché anni, con prestazioni che superano i requisiti minimi contrattuali e con un’efficienza che può spingersi ben oltre quella di alternative convenzionali nella stessa classe di spinta.
Domanda strategica: droni, conflitti e catena di fornitura
Lo sviluppo della serie Frenzy si inserisce nel contesto di una domanda crescente di droni militari a basso costo e alta disponibilità, evidenziata dal ruolo degli UAS nei conflitti più recenti. In questo scenario, la possibilità di produrre internamente e rapidamente motori jet grazie alla stampa 3D diventa un elemento strategico per ridurre la dipendenza da catene globali di fornitura, rispondere in tempi brevi a variazioni del contesto operativo e mantenere un equilibrio tra costo unitario, prestazioni e scalabilità adatto a scenari di impiego intensivo di UAS.
Per Beehive, Frenzy rappresenta il primo prodotto pienamente maturo in cui questa visione “additive-first” viene applicata a un motore destinato a serie di migliaia di unità: un tassello importante nella trasformazione del modo in cui si progettano, si testano e si industrializzano motori a reazione per la difesa.
