Non è una prima assoluta , ma in realtà lo è un test per la stampa 3d un settore che però corre a velocità supersonica

Il motore per aereo stampato in 3D: è il futuro dell’industria aerospaziale?
L’utilizzo della stampa 3D nell’industria aerospaziale non è assolutamente una novità: svariate aziende ormai da tempo sfruttano la manifattura additiva per creare alcuni componenti dei loro motori, sfruttando appieno i vantaggi in termini di precisione e risparmio sui materiali grezzi. General Electric ha però fatto un ulteriore passo in avanti, iniziando i test su un motore a reazione per il quale tutte le parti sono state stampate in 3D.

Non si tratta della prima volta che un motore interamente stampato in 3D viene completato, ma la particolarità del propulsore di General Electric risiede nel fatto di essere stato testato e portato fino a 33.000 giri al minuto. L’azienda statunitense scherzando ha definito la creazione dei suoi ingegneri “un motore per gli Umpa Lumpa”, viste le sue ridotte dimensioni, appena 30 x 20 cm. Per darvi un raffronto, uno dei propulsori GE più utilizzati al mondo, il CFM56, ha una lunghezza di 2,5 metri ed un diametro di 1,5 m.

Il motore stampato in 3D è però anche un modello semplificato: come spiegato da General Electric, creare in questo modo un intero motore per utilizzo commerciale va al di là delle attuali potenzialità di questa tecnologia. I tecnici dell’Additive Development Center di GE Aviation si sono quindi basati su un motore progettato per l’utilizzo sui droni, modificandolo in modo da renderlo interamente stampabile.

“Ci sono davvero molti benefici nel costruire cose attraverso la manifattura additiva”, spiega Matt Benvie, portavoce di GE Aviation. “Si guadagna in velocità, perché c’è meno necessità di interventi, e si passa direttamente da un modello o un’idea al creare un componente. Si possono anche ottenere geometrie che non sarebbero ottenibili in altri modo”.

di Alessandro Martorana  da ibtimes.it

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