Ghost guns e stampa 3D: il panorama in trasformazione
La stampa 3D consente di fabbricare armi conosciute come “ghost guns”, difficili da rintracciare e spesso costruite a domicilio a partire da progetti digitali. Stati Uniti e Regno Unito stanno modificando le normative, le piattaforme online e le strategie di controllo per limitarne la diffusione
Interventi normativi e misure emergenti
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato una normativa federale che equipara le componenti per ghost guns, inclusi quelli realizzati in 3D, alle armi convenzionali, imponendo controlli e numeri di serie anche per i kit fai-da-te . In risposta, il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, ha sollecitato i produttori di stampanti, come Creality, ad adottare sistemi capaci di bloccare la stampa di parti somiglianti a componenti di armi, rimuovere i progetti dalle piattaforme cloud e aggiornare i termini d’uso per impedire usi illegali .
Nel Regno Unito, la preoccupazione è cresciuta dopo un caso legato a un omicidio attribuito a una “ghost gun”. Le armi artigianali senza numero di serie trasmettono un senso di impunità, alimentando richieste per leggi più restrittive . Piattaforme come Thingiverse hanno avviato una politica di censura preventiva: adottano sistemi automatizzati in grado di identificare e bloccare file associati ad armi
Contesto più ampio e criticità tecniche
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La facilità di realizzare gun frame in stile Glock in poche ore, a costi contenuti, ha evidenziato la presenza di lacune regolatorie in grado di ostacolare l’accesso a parti di armi stampabili facilmente .
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Le politiche statunitensi restano ancora vaghe sul piano federale; alcuni stati come California, New Jersey, Massachusetts e Rhode Island hanno già introdotto norme più severe
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Il movimento delle “ghost gun” attrae anche ideologicamente alcuni gruppi estremisti. Studi indicano una prevalenza del fenomeno tra ambienti di estrema destra piuttosto che tra gruppi jihadisti
