Stiamo parlando di comizi di uno che cerca di dire alla gente guardate che c’è la stampa 3d informatevi non è uno specialista serioso Santi Numi
Grillo e le stampanti 3D per i motori degli aerei: il nostro fact checking
L’ultima campagna elettorale per le Europee è stata caratterizzata da una certa attenzione rivolta ad un settore che mai prima era entrato nel dibattito politico: le stampanti 3D. Il merito è ovviamente di Beppe Grillo, che prima in vari comizi e poi nell’intervista rilasciata a “Porta a Porta” ha esposto le proprie idee in merito a questo tipo di tecnologia.
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Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un articolo intitolato “Beppe Grillo e stampanti 3D, verità o bufale? Il nostro fact-checking”, nel quale le dichiarazioni di Grillo venivano confrontate con la realtà dei fatti. Il risultato è stato particolarmente impietoso per il leader del MoVimento Cinque Stelle: le sue dichiarazioni sul tema della stampa 3D sono risultate essere delle grosse esagerazioni nel migliore dei casi, e delle vere e proprie bufale nel peggiore.
Secondo una delle affermazioni prese in esame in quell’articolo il costo di una stampante 3D sarebbe oggi di 50.000 dollari, un netto aumento rispetto ad un modello che Grillo sostiene di aver provato quattro anni fa, che invece costava 900 euro. Come spiegato nel pezzo, si tratta di una frase priva di fondamento: proprio in questi giorni abbiamo infatti parlato di modelli ultra-economici, ed in ogni caso una buona stampante 3D consumer, ossai non professionale, può essere acquistata ad un prezzo pari o anche inferiore a quello di uno smartphone di fascia alta.
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Le stampanti 3D presentate da MakerBot al CES 2014 – Credits: MakerBot
Le stampanti 3D presentate da MakerBot al CES 2014 – Credits: MakerBot
Alcuni dei nostri lettori hanno però voluto lasciarci dei commenti nei quali sostengono che, secondo loro, Grillo si stesse riferendo alle stampanti 3D professionali utilizzate per costruire i motori degli aerei. Non è ovviamente possibile sapere ciò che Grillo non dice, ma tenuto conto che il termine di paragone offerto era quello del dispositivo da lui provato (una stampante consumer, per la precisione la Thing-O-Matic di Makerbot) questa tesi appare molto poco fondata. Senza contare che il tipo di stampanti utilizzate nell’industria aeronautica ha comunque un costo molto superiore ai 50.000 dollari.
In ogni caso, Grillo ha effettivamente parlato, anche nell’intervista con Bruno Vespa, delle aziende aerospaziali che utilizzano la stampa 3D per fabbricare motori di aereo. Dal momento che si tratta di un’applicazione estremamente interessante per questo tipo di tecnologia è certamente significativo, anche in questo caso, sottoporre le dichiarazioni di Grillo ad un fact checking. Specialmente tenuto conto del fatto che è molto importante che di questa tecnologia emergente si parli, ma è fondamentale che se ne parli in modo appropriato.
È giusto iniziare dicendo che le affermazioni del leader M5S sono, grossomodo, esatte. Il “grossomodo” è dovuto al fatto che in ogni caso Grillo si è anche prodotto in alcune imprecisioni, forse dovute all’eccessiva semplificazione nell’esposizione, o magari ad una conoscenza non eccellente di questo tipo di tecnologia. La stampa 3D è effettivamente utilizzata nel settore della produzione di motori aeronautici, ma non proprio nel modo descritto da Grillo.
“C’è l’Avio (…), fanno le turbine per i Boeing. Come le fanno? Con l’alta tecnologia. Come? Con le stampanti 3D (…). Come fanno a fare le turbine? Materiali: polvere di alluminio, polvere di titanio, inseriti. File, raggio laser, mettono dentro, esce la turbina” (intervista di Grillo a “Porta a Porta”, da 26:14 a 27:08)
Grillo fa riferimento al grande investimento fatto da Avio, eccellenza italiana in ambito aeronautico, sulla tecnologia dell’additive manufacturing: lo scorso dicembre l’azienda ha infatti inaugurato a Cameri (Novara) uno dei più grandi stabilimenti al mondo dedicato unicamente allo sviluppo di questa tecnologia.
Credits: USAF – WikiCommons/CC BY-SA 3.0/Tommytongflare
Credits: USAF – WikiCommons/CC BY-SA 3.0/Tommytongflare
La grande imprecisione di Grillo è quella di lasciar intendere che in questo modo si fabbrichi l’intera turbina. L’immagine a fianco mostra, in alto, un motore relativamente piccolo come il General Electric F414, utilizzato principalmente per i Boeing F/A-18E/F, ed in basso un General Electric GEnx, utilizzato per i Boeing 747-8 e 787. Come si può intuire dal confronto con le persone nelle vicinanze, si tratta di dispositivi di grandi dimensioni, Anche ammettendo fosse possibile stamparli in un’unica soluzione (e così non è), per poterlo fare sarebbe necessaria una stampante 3D che occuperebbe una buona parte dei 2.400 mq dello stabilimento Avio di Cameri.
In effetti in questo modo si fabbricano soltanto alcuni componenti dei motori, come per esempio gli iniettori per combustore come nel caso di Avio o di GE Aviation, ed anche di Rolls-Royce. Il grande vantaggio dell’utilizzo di questo tipo di tecnologia è il fatto che gli iniettori siano normalmente composti da svariate parti (anche più di 20) che bisogna assemblare e saldare. Con la stampa 3D è possibile invece creare un unico pezzo, senza saldature, com la macchina che stende progressivamente il materiale necessario (il cosiddetto “layering”).
Avio per la produzione utilizza due diverse metodologie, entrambe comunque basate sullo stesso principio: la stampante 3D stende sottili strati di polveri metalliche, li fonde e li aggrega, strato dopo strato. I due metodi si chiamano EBM (Electron Beam Melting) e DMLS (Direct Metal Laser Sintering), e non utilizzano genericamente “polveri di alluminio e polveri di titanio”, come spiegato con una certa semplificazione da Grillo, ma particolari leghe come il cobalto-cromo (CoCr) e l’alluminuro di titanio (TiAl), che ha caratteristiche di grande resistenza all’ossidazione ed alla corrosione ad alte temperature che lo rendono ideale per l’utilizzo nell’industria aeronautica.
it.ibtimes.com Di Alessandro Martorana