Come scegliere la stampante 3D
Sempre più economiche e sempre più multi-funzione, le stampanti 3D sono tra le periferiche più desiderate dai geek di mezzo mondo. Ecco una guida all’acquisto
Dalla pizza al trucco, passando per le scarpe su misura e le abitazioni. Dando un rapido sguardo alle funzioni e alle caratteristiche delle stampanti 3D oggi sul mercato, sembra davvero che abbiano pochi limiti o addirittura nessuno. Basta una testina sufficientemente grande, il materiale adatto e, come per magia, si può costruire o realizzare qualsiasi cosa.
E mentre alcuni preferiscono costruirle da sé, comprando dei kit di montaggio ad hoc, molti altri preferiscono acquistare una stampante 3D pronta all’uso. Anche in questo caso, però, bisogna andarci con i piedi di piombo: si dovranno conoscere caratteristiche e peculiarità dei dispositivi, così da poterne scegliere quello che meglio si adatta alle proprie necessità.
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Come funziona una stampante 3D
Per iniziare, si avrà bisogno di un modello dell’oggetto che si vuole costruire. Può essere sia un modello realizzato con un programma di computergrafica tridimensionale (come Blender) o una scansione tridimensionale di un oggetto reale. Successivamente, il software che interfaccia il computer con la stampante 3D seziona il modello, trasformandolo in tanti, sottilissimi, strati, che verranno poi stampati (uno alla volta) dalla stampante.
Le modalità con cui gli oggetti vengono effettivamente stampati costituisce uno dei maggiori elementi distintivi delle stampanti 3D. La gran parte dei modelli realizza gli oggetti sovrapponendo strati di materiale plastico fuso; le più avanzate e costose utilizzano resine fotosensibili e laser per darvi forme; altre ancora polvere di materiale plastico successivamente fusa ad alte temperature.
Perché acquistare una stampante 3D
Stampante 3D
Oggi acquistare una stampante tridimensionale è conveniente non solo dal punto di vista economico (i prezzi sono in continuo calo e alcuni modelli costano poche centinaia di euro), ma anche dal punto di vista funzionale. Come abbiamo in parte visto, sono in grado di realizzare oggetti di ogni tipo e forma, utilizzando anche materiali differenti dalla plastica. Utilizzando modelli 3D appropriati, una stampante 3D può essere utilizzata per costruire in casa i giocattoli del bimbo, o bigiotteria di ottima fattura. O, ancora, segnaposto personalizzati per la festa del 18° compleanno o per il matrimoni. Oppure dare sfogo alla propria fantasia e realizzare oggetti a caso.
Le caratteristiche della stampante 3D
Area di stampa
Rappresenta la superficie massima occupabile dall’oggetto da stampare. Solitamente misurata nelle tre dimensioni (XYZ, come i nomi degli assi cartesiani corrispondenti), oggi gran parte delle stampanti 3D ha aree di stampa di almeno 15 centimetri cubici. Spazio non grandissimo ma sufficiente a realizzare gran parte degli oggetti che possono essere prodotti da dispositivi domestici.
Estrusori
L’estrusore di una stampante 3D
L’estrusore è l’alter ego della testina delle stampanti bidimensionali. È l’estrusore che fonde il materiale plastico e lo dispone strato su strato per dare forma all’oggetto da stampare. La grandezza dell’ugello dell’estrusore determina, quindi, la grandezza degli strati e la precisione di stampa del dispositivo.
Larghezza del filamento
Gran parte delle stampanti commerciali oggi disponibili utilizza delle bobine di materiale plastico (ABS, Acrilonitrile butadiene stirene; e PLA, acido polilattico) realizzata con un filamento da 1,75 millimetri. Disponibili, comunque, anche bobine con filamento da 3 millimetri. Da sottolineare che il filamento non ha nulla a che vedere con la grandezza dello strato, dipendente (come detto) dall’estrusore.
Velocità di stampa
Questo parametro definisce la velocità con cui il motorino elettrico della stampante 3D muove l’estrusore sul piano di lavoro. La velocità di stampa può essere pesantemente influenzata dal tipo di materiale utilizzato e dalla complessità del modello da realizzare. In media, comunque, non deve essere inferiore ai 20 millimetri per minuto.
Stampante 3D
Risoluzione orizzontale
La risoluzione orizzontale di una stampante 3D indica il movimento minimo che l’estrusore può compiere e, di conseguenza, il livello minimo di dettaglio raggiungibile. Per ottenere oggetti di fattura pregevole, è necessario che la risoluzione orizzontale sia di almeno 0,03 millimetri (ovvero, un “pixel” di materiale plastico depositato ogni 0,03 millimetri).
Stampante 3D a filamento di plastica
Risoluzione verticale
Indica l’ampiezza minima di ogni strato di materiale depositato dall’estrusore. Maggiore sarà la risoluzione, meno definiti gli oggetti prodotti.
Tipologie di stampanti
Viste le caratteristiche più importanti delle stampanti 3D, vale la pena fare un rapido excursus sulle varie tipologie di stampanti.
Stampanti 3D a filamento di fascia bassa: si tratta dei modelli più economici e meno precisi. Il metodo di stampa è quello del Filament deposition manufacturing (FDM): il filamento della cartuccia viene prima fuso dall’estrusore e poi depositato strato su strato sino a costruire l’oggetto desiderato. Questa tipologia di stampante può utilizzare due differenti tipologie di materiali plastici: l’ABS (simile a quello utilizzato per le costruzioni Lego) e il PLA, materiale organico e biodegradabile.
Stampanti 3D a filamento di fascia alta: modelli più sofisticati e costosi rispetto ai precedenti. Dotati di una tecnologia di stampa FDM più avanzata e raffinata rispetto ai dispositivi di fascia bassa, possono stampare su strati più sottili (sino a 0,1 millimetri) e realizzare oggetti con una migliore definizione e precisione. Alcuni modelli, infine, sono dotati di estrusore multiplo, potendo così stampare oggetti multicolore.
Bobina utilizzata per la stampa
Stampanti 3D FDM non plastiche: alcune stampanti 3D FDM utilizzano materiali differenti rispetto all’ABS e al PLA. In questo caso, creta, plastilina e Sugru (materiale plastico di ultima generazione) sono tra le alternative più gettonate.
Stampanti 3D stereolitografiche: tra i modelli più costosi presenti sul mercato, le stampanti stereolitografiche utilizzano particolari resine fotosensibili e un laser che ne modella forme e dimensioni. La resina viene colpita dalla luce del laser, dandole la forma desiderata e facendola solidificare. Il piano di lavoro viene quindi spostato e aggiunto un nuovo strato di resina pronta per essere lavorata.
Stampanti 3D a polvere: tra le tecniche di stampa tridimensionale più avanzate troviamo quella che impiega la polvere. In questo caso polvere di materiale plastico (ma anche vetro o metallo) viene stesa sul piano di lavoro e successivamente fusa con un laser o con solventi chimici. Questa operazione viene ripetuta per ogni strato, sino a che l’oggetto non assume la forma desiderata.
da fastweb.it