Minuscole “case” gelatinose e tridimensionali per relegare e studiare i batteri e le loro reazioni a differenti stimoli in contesti microscopici. E’ il traguardo raggiunto da un team di ricercatori dell’Universita’ del Texas grazie a una nuova tecnologia di stampa 3-D che permette di costruire case per batteri di dimensioni ridottissime. Il metodo utilizza il laser per realizzare gabbie proteiche intorno ai batteri in gelatina. Le strutture risultanti possono assumere qualsiasi forma e stazza e possono essere collegate ad altre strutture contenenti diverse microcomunita’ batteriche.
Il sistema consente di effettuare esperimenti che si avvicinano con estrema accuratezza alle condizioni che i batteri vivono in ambienti biologici reali, come quelli del corpo umano. Un recente esperimento ha dimostrato che una comunita’ di Staphylococcus aureus, che puo’ causare alcune infezioni della pelle, diventa molto piu’ resistente agli antibiotici quando e’ contenuto all’interno di una piu’ ampia comunita’ di Pseudomonas aeruginosa, batterio coinvolto in varie malattie, inclusa la fibrosi cistica. La tecnologia e’ stata descritta sulla rivista ‘Pnas’