Stampa 3D in resina completamente automatizzata: un caso reale che spinge verso la produzione di massa
Un post su LinkedIn firmato da Dimitar Hristakiev mostra una cella che automatizza l’intero flusso SLA/DLP con hardware Formlabs: il cobot cambia le piastre della Form 4BL, avvia i cicli di lavaggio e cura, apre/chiude sportelli e avvia i comandi. Con due stampanti il team dichiara 728 set dentali completi in un solo giorno; scalando a 100 macchine l’ordine di grandezza diventa milioni di pezzi al mese. “Automazione totale” qui significa ridurre l’intervento umano a rifornimenti di resina e IPA e al ritiro dei pezzi finiti.
 

Architettura della cella: Form 4BL + Wash L + Cure L
Il sistema ruota attorno alla Form 4BL (grande formato, uso medicale/biocompatibile) e a una linea di post-processing composta da Form Wash L (lavaggio automatico in solvente, estrazione e asciugatura automatica) e Form Cure L (due heater da 500 W, UV ad alta potenza e tavola rotante per polimerizzazione uniforme). I cestelli e il gripper sono personalizzati per il trasferimento “piattaforma → lavaggio → rimozione → cesta → cura”.
 

Dove si inserisce l’ecosistema di automazione Formlabs
Produttività e continuità sono supportate dall’Automation Ecosystem: Form Auto (scarico automatico dei pezzi), Fleet Control (orchestrazione di flotta) e Resin/High Volume Resin System (alimentazione fino a 5 L). Questi moduli riducono i tempi morti, il costo per parte e la necessità di presidio costante: una base solida su cui integrare robotica esterna come il cobot visto nel caso pratico.
 

Il parallelo industriale: la piattaforma JENI di Photocentric
Il concetto di cella autonoma multi-nodo esiste anche fuori dall’ecosistema Formlabs: Photocentric propone JENI, una macchina di digital mass manufacturing che usa robotica ad alta velocità per gestire in modo coordinato nodi di stampa e post-processo, mirando a volumi e costi da produzione. Il caso suggerisce che la resina può uscire dall’angolo “prototipazione” ed entrare in layout per lotti ampi.
 

Implicazioni per dentale e laboratorio
La Form 4BL nasce per throughput e materiali convalidati in ambito sanitario; nelle partnership di canale (es. con Henry Schein) la 4B/4BL è posizionata per laboratori con alto volume e tempi ciclo rapidi. Una cella come quella mostrata da Hristakiev rende più credibile la produzione seriale di modelli, basi, guide e allineatori con qualità ripetibile.
 

Sicurezza, qualità e compliance
Automatizzare lavaggio e cura non elimina i requisiti EHS: gestione corretta dei solventi (IPA), monitor del solvente, aree ventilate e cicli convalidati sono parte integrante del layout; la Form Wash L e la Form Cure L prevedono procedure precise di installazione/uso. Per dispositivi dentali “patient-specific” restano poi i vincoli documentali su materiali, tracciabilità e validazione processo.
 

Cosa serve per scalare davvero
Al di là della demo, la scalabilità richiede: pianificazione lavori e bilanciamento carichi (Fleet Control), fixture/gripper standardizzati per geometrie diverse, controllo qualità in-line (ispezione visiva e dimensionale), manutenzione predittiva di vasche/tank, e supply continuo di consumabili (resine, solventi, filtri). Sono tasselli già disponibili a catalogo e integrabili con la robotica di cella.
 


 

Immagine generata AI
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Di Fantasy

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