Contesto e sfida climatica
Il settore automobilistico deve ripensare i processi produttivi per allinearsi agli obiettivi di neutralità climatica. Il passaggio da metodi tradizionali a soluzioni a basso impatto richiede investimenti strutturali e riqualificazione delle linee di assemblaggio. Una delle risposte concrete a tali esigenze è l’integrazione della produzione additiva (AM) nei flussi di lavoro, non soltanto per prototipi ma anche per volumi di produzione più consistenti .

Produzione decentralizzata per ridurre le emissioni
Secondo Fadi Abro, responsabile automotive in Stratasys, la stampa 3D consente di fabbricare componenti laddove servono, abbattendo i costi e le emissioni legate al trasporto. Questo approccio “just-in-place” può evitare spostamenti di merci su lunghe distanze e alleggerire l’impronta carbonica dell’intera filiera  .

Strutture leggere e ottimizzazione dei materiali
Le tecnologie additivo-percettive permettono di realizzare geometrie complesse e reti interne a nido d’ape che riducono il peso senza compromettere la resistenza meccanica. In particolare, i veicoli elettrici traggono vantaggio dalla diminuzione della massa, con conseguente aumento dell’autonomia ed efficienza energetica  .

Risparmio sui costi e flessibilità produttiva
L’assenza di stampi e matrici favorisce economicità nei lotti contenuti o customizzati. I modelli speciali, le piccole serie e le personalizzazioni aftermarket (ricambi e accessori su misura) possono essere realizzati in tempi ridotti, senza oneri di magazzino e con adeguamento “on demand” della capacità produttiva  .

Materiali a minor impatto e nuove formulazioni
Oltre alle termoplastiche standard, nel 3D printing automobilistico si impiegano plastiche di origine biologica e polimeri riciclati. Tali materiali contribuiscono a migliorare il bilancio ambientale complessivo, grazie alla riduzione dell’uso di risorse fossili e alla possibilità di recupero a fine vita del componente  

Tecnologie e processi adottati
Tra le tecnologie più diffuse nel settore figurano:

  • Fused Deposition Modeling (FDM), usata per prototipi funzionali e attrezzaggi (jigs e fixture).

  • PolyJet, scelta da Audi per co-stampare dettagli multicolore e testare finiture estetiche con fotopolimeri a base acrilica  .

  • Selective Laser Melting (SLM), impiegata da Porsche per pezzi metallici soggetti a sollecitazioni e componenti motore.

Esempi di sperimentazione e implementazione

  • Ford ha inaugurato un centro interno dotato di dodici stampanti 3D in capacità di produrre parti in plastica e metallo fino a 2,4 metri di lunghezza, con applicazioni su prototipi, attrezzaggi e attuatori  .

  • BMW ha aperto l’Additive Manufacturing Campus vicino a Monaco, con oltre cinquanta sistemi di stampa dedicati alla realizzazione di oltre 300.000 componenti annui, inseriti direttamente nelle linee di montaggio .

  • Local Motors, ora parte di MyMiniFactory, ha sviluppato il microfactory Strati: un’auto assemblata quasi interamente con parti stampate in 3D, riducendo drasticamente numero di componenti e tempi di assemblaggio  .

Prospettive e scalabilità
La crescita del mercato AM nel comparto auto è sostenuta da stime di incremento annuo oltre il 20 percento fino al 2028. Man mano che la varietà dei materiali si amplia e l’automazione spinge l’efficienza dei sistemi, l’adozione si estenderà anche a linee di media produzione, fino a diventare un pilastro nelle strategie di supply chain e lean manufacturing.

 

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Di Fantasy

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