Avvio della Stampa 3D Metallica sulla Stazione Spaziale Internazionale

Gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) hanno ora la capacità di stampare in 3D componenti metallici. A seguito dell’installazione di una stampante 3D in metallo, fornita dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e sviluppata da Airbus, si è realizzato il primo componente di prova a gennaio. Questo avanzamento permette agli astronauti di produrre autonomamente strumenti e parti essenziali direttamente nello spazio, riducendo così la dipendenza da rifornimenti terrestri e ampliando la flessibilità delle missioni spaziali.

Un Importante Passo Avanti nella Produzione Orbitale

Il 6 giugno 2024, nel modulo laboratorio Columbus dell’ESA, situato sul lato di tribordo della ISS, è stata realizzata con successo la stampa di una piccola curva a S in acciaio inossidabile. Questo componente, a forma di lettera “S”, serve come test per verificare le capacità della stampante in condizioni di microgravità, preparando il terreno per la produzione di componenti più complessi.

Rob Postema, tecnico responsabile dell’ESA, ha condiviso l’entusiasmo per il risultato ottenuto: “Questa curva a S rappresenta un test conclusosi con successo, che conferma il funzionamento ottimale della nostra stampante 3D in metallo. Questo successo, unito agli altri test preliminari, ci prepara alla realizzazione di componenti più complessi nel futuro immediato.”

Collaborazione e Tecnologia Dietro il Successo

La realizzazione della stampante 3D è il frutto di una collaborazione tra Airbus, CADMOS, e ESA. Airbus Defence and Space SAS ha progettato e costruito la macchina che utilizza un filo di acciaio inossidabile e un laser di alta potenza per fondere il materiale, sotto la supervisione del CADMOS, che coordina le operazioni dalla Terra. L’astronauta dell’ESA Andreas Mogensen ha curato l’installazione del dispositivo da 180 kg, che per motivi di sicurezza è contenuto in una scatola ermeticamente sigillata.

Prospettive Future e Test Imminenti

Dopo il successo iniziale, quattro diverse geometrie sono state selezionate per ulteriori stampe, che richiederanno da due a quattro settimane per essere completate. Questi componenti saranno successivamente analizzati sulla Terra per valutare gli effetti della microgravità sulla qualità delle stampe. Alcuni test saranno condotti presso il Laboratorio Materiali e Componenti Elettrici dell’ESTEC, mentre altri campioni saranno esaminati dal Centro Astronautico Europeo e dall’Università Tecnica della Danimarca.

L’obiettivo a lungo termine è di promuovere un’economia circolare nello spazio, in cui i materiali possono essere continuamente riciclati e riutilizzati, minimizzando così la necessità di inviare nuovi materiali dalla Terra. Questa capacità incrementerà notevolmente l’autosufficienza degli astronauti e aprirà la strada a una nuova era di produzione in orbita. Questo progresso sottolinea l’importanza di comprendere come la microgravità influenzi la stampa di materiali metallici, un fattore cruciale per il successo delle future missioni spaziali e per l’avanzamento verso un’economia spaziale sostenibile.

Di Fantasy

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