Contesto e obiettivi dell’intervento di manutenzione
Il Forward Deployed Regional Maintenance Center (FDRMC) Detachment Rota, struttura della U.S. Navy sotto il comando NAVSEA, ha scelto di ricorrere a componenti additivamente prodotti per risolvere un guasto critico a bordo dell’incrociatore missilistico USS Arleigh Burke (DDG-51). L’intervento ha riguardato il sistema VCHT (Vacuum Collection Holding and Transfer), responsabile della gestione delle acque nere: nello specifico, due eductors — pompe a getto fondamentali per il funzionamento del circuito di aspirazione — presentavano perdite che, in assenza di pezzi di ricambio, avrebbero messo a rischio la prontezza operativa della nave.

Tecnologia impiegata e scelta dei materiali
Per la realizzazione dei nuovi eductors, il team ha utilizzato un sistema di stampa 3D in metallo basato su filo d’acciaio inossidabile resistente alla corrosione. Questa tecnica, definita Wire Arc Additive Manufacturing (WAAM), consente di depositare strati di materiale in fusione per costruire il componente partendo da un file CAD. Rispetto alla fusione di polveri, l’impiego del filo garantisce rapidità di approvvigionamento e costi inferiore, mantenendo elevati standard di robustezza meccanica.

Procedura di approvazione snella secondo NAVSEA
A partire dal 2023, NAVSEA ha introdotto una direttiva che delega agli ingegneri di bordo la validazione di «low-risk AM parts», ovvero parti a basso rischio per la sicurezza e le prestazioni dell’unità navale. Tale misura riduce notevolmente tempi burocratici e passaggi autorizzativi, permettendo di inserire all’interno dei programmi di manutenzione interventi additivi senza dover attendere le canoniche settimane di revisione da parte della sede centrale.

Tempistiche e impatto operativo
La produzione dei due eductors si è svolta in sette giornate di stampa e finitura, a fronte di un ciclo che in modalità convenzionale avrebbe richiesto la fusione di bronzo e tempistiche prossime all’anno, tra ordini, convalide e consegne via catena logistica marittima. L’intero intervento, comprensivo di rilievo dimensionale, programmazione, stampa, lavorazioni meccaniche di finitura e montaggio a bordo, si è concluso in circa due mesi, consentendo all’Arleigh Burke di rispettare la tabella di marcia prima della partenza per le operazioni sotto il Comando della Sesta Flotta.

Ruolo dei partner e organizzazione del progetto
L’operazione è stata condotta in sinergia tra il FDRMC Detachment Rota, il comando di manutenzione intermedio della Armada Española e un contractor locale specializzato in tecnologie additive. Questo partenariato ha unito competenze navali statunitensi e know-how spagnolo nella gestione di processi industriali, permettendo di implementare rapidamente un workflow di stampa 3D metallica in un ambiente navale di prima linea.

Dichiarazioni ufficiali
Rear Adm. Pete Small, Chief Engineer di NAVSEA, ha evidenziato come questa procedura abbia «attrezzato gli ingegneri e i manutentori sul posto a sostegno diretto delle operazioni», garantendo il ripristino del sistema VCHT nei tempi previsti. Captain Mollie Bily, comandante del FDRMC, ha sottolineato la capacità del team di «cogliere ogni finestra di manutenzione per introdurre soluzioni additive che accorcino i tempi di inattività delle unità in porto e in missione».

Prospettive e applicazioni future
Dal momento dell’adozione della policy NAVSEA, sono state qualificate 37 componenti additivamente stampate e installate in flotta. Il successo sull’Arleigh Burke apre la strada a ulteriori sperimentazioni: si valuta l’estensione del metodo a sistemi idraulici, supporti motori e raccordi di condotte, con l’obiettivo di trasformare progressivamente i magazzini di bordo in centri di produzione on-demand.


 

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Di Fantasy

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