Un “selfie” in 3D, nuova tendenza. E nel settore dei parchi di divertimento?
Oggi è possibile stampare prodotti in tre dimensioni, e a colori. Un’opportunità di business per i parchi di divertimento?
Stampa 3D: ma che c’azzecca con il settore dei parchi? Eppure quello che era un sogno, fino ad un paio d’anni fa, è diventato realtà. Oggi è possibile stampare prodotti in tre dimensioni, e a colori. In attesa che, tra pochi mesi, vengano lanciate stampanti professionali che modellano cioccolato e zuccheri colorati – una rivoluzione nel cake design – attualmente è possibile stampare oggetti in oltre 40 materiali diversi. Pensiamo alle scarpe, che si possono personalizzare nei colori e nella finitura che si vuole, fino a pezzi di ricambio, protesi dentarie e tutto quello che la fantasia può concepire. Cosa serve? I giornali la fanno semplice: si parla di stampanti a meno di 600 euro, ma è del tutto ovvio che per ottenere un prodotto di qualità, con definizione impressionante, senza necessità di rifinirlo troppo manualmente con piccole frese e colorarlo, è necessario dotarsi di strumenti più costosi.
youmini italia in miniaturaPerché non provare nei parchi divertimento? Ancora il business non è così diffuso, e chi arriverà per primo nel settore potrà godere di un vantaggio competitivo. Ha iniziato nel 2011 Italia in Miniatura, con You Mini, la possibilità di farsi realizzare una statuina di se stessi in 3D. La tecnologia, ed i costi, prevedono in quel caso la successiva colorazione, a mano, del prodotto. Con la evoluzione degli ultimi anni, è invece possibile stampare a colori e con una definizione mai vista prima. Lo si è fatto, recentemente, a Roma durante Roomics, una fiera che richiama molti giovani, un raduno di Cosplay dove i ragazzi si vestono con il costume del personaggio preferito. In uno stand sono stati venduti in due giorni 90 MiniMe da 15 cm, ad 80 euro ciascuno, e senza alcuna pubblicità. La marginalità è molto elevata, se si possiede la stampante, dell’ordine del 400%. Potendo stampare da soli, l’investimento per scanner e stampante, dell’ordine di 100mila euro, si recupera facilmente.
YouMiniE se si volesse esternalizzare la stampa per limitare l’investimento? Certo si riducono i guadagni, ma non si acquista la stampante, che in leasing costerebbe comunque non molto. Pensiamo ad una struttura stagionale, un parco acquatico, un laser game o un locale per feste per bambini: in quel caso è possibile dotarsi di uno scanner 3D per acquisire il file con la figura del cliente – lo si fa in circa tre minuti con uno scanner manuale, ma ci si può anche dotare anche di scanner fissi, velocizzando estremamente l’acquisizione – ed inviarlo al service che provvederà a stampa e spedizione. E’ infatti ancora difficile poter consegnare al cliente il prodotto in tempo reale, perché la stampa, in 6 milioni di colori e ad alta definizione, richiede qualche ora di tempo, anche se una stampante professionale, con un’area di stampa di circa 50x50cm, può stampare fino a 20 MiniMe contemporaneamente.
new-balance-3-d-printed-shoes-1I MiniMe sono un potente strumento di marketing: nel 2013 Coca Cola ha promosso in alcuni Paesi europei un concorso per lanciare le proprie lattine mini, mettendo in palio i MiniMe. Ha avuto risultati sorprendenti. Non a caso Tesco, il colosso inglese dei supermercati, ha installato alcune stampanti 3D nei supermercati: Il cliente viene con il file del prodotto che ha progettato con un software, e torna a casa con l’oggetto. E’ possibile anche personalizzare statuine con il proprio volto, come per le squadre di basket dell’NBA o i personaggi di Star Trek, inviando alcune foto tramite il sito. Anche nei centri commerciali la moda del 3D sta prendendo piede: ad Edimburgo la catena ASDA ha installato in un supermercato una cabina con scanner 3D che ruota, effettuando la scansione in 12 secondi. Dopo 3 minuti il cliente ha il file della propria immagine tridimensionale, che può far stampare a 90 sterline per una statuina di 20 cm di altezza, ritirandola in seguito o facendola spedire. Un vero successo.
prototipo zamperlaA cosa possono servire nel mondo del divertimento? Nella progettazione delle attrazioni, è necessario realizzare prototipi di componenti, per valutarne caratteristiche e funzionalità. Non a caso alcune aziende del settore, come la Antonio Zamperla – che ha realizzato attrazioni anche nei parchi Disney ed Universal – si è dotata di una stampante professionale. Lo racconta Vittorio Babini, direttore tecnico dell’azienda, in una lunga intervista ad una rivista specializzata. “Per capire il funzionamento e le potenzialità della stampante 3D – affermano dalla Zamperla – abbiamo iniziato ad utilizzarla per modelli apparentemente più semplici, come il tratto di un binario di una montagna russa particolarmente complessa. Era importante capire il taglio da dare al binario anche in base ai raggi di curvatura da concretizzare in una successione di archi per approssimare la “spline” nello spazio. Inoltre, andava verificato il rispetto dei vincoli strutturali e di taglio dei pezzi, il corretto posizionamento dei rinforzi, il limite di spessore e il modo per maneggiare il binario lungo la produzione. L’impiego della stampa 3D ci ha permesso di ottenere un modello in cui tutto è scalato, dove le proporzioni vengono mantenute senza che il modello a disposizione sia alterato in maniera importante. Attualmente stiamo utilizzando la ZPrinter per verificare come sarebbe risultato un veicolo, di cui disponiamo già del modello, se avessimo potuto usufruire della stampa 3D, per comprendere se avremmo potuto anticipare alcuni aspetti senza aspettare di vedere il pezzo stampato: apportare delle modifiche al prodotto e, quindi, allo stampo è sempre un grosso inconveniente, da evitare per quanto possibile”. Per far questo la ditta di Altavilla Vicentina si è dotata di una stampante professionale – la Zprinter 650 di 3D System, il più grande produttore del settore – con la quale no vengono effettuati solo prototipi.
miniLa Antonio Zamperla ha necessità di presentare al cliente i rendering delle attrazioni che saranno realizzate. Certo però che un plastico in 3D è certamente più efficace di qualche stampa a colori. La stampante che hanno acquistato permette di realizzare plastici a colori dai dettagli estremamente definiti, e soprattutto fedeli al millimetro rispetto alla progettazione. La macchina, continua Babini “permette di ottenere una rappresentazione in scala molto esplicativa del concetto che si intende perseguire, dell’impostazione estetica e cromatica e, grazie alle nuove tecnologie, dei movimenti e dei meccanismi previsti nel progetto. In tal modo, la comunicazione al nostro interno e con i clienti diventa più immediata e chiara, anche grazie alla possibilità di presentare i modelli con componenti in diversi colori. Ci siamo resi conto che tali modelli forniscono inoltre uno strumento di marketing non indifferente per presentare in modo efficace al cliente una nostra proposta”.
Dunque basta con modelli di parchi divertimento artigianali, dal costo di decine di migliaia di euro. Con la stampa professionale in 3D questi costi si riducono in modo impressionante, ed è più facile convincere il cliente ad acquistare il prodotto con un plastico professionale e fedele al progetto. Ma con la stampante 3D è possibile semplificare tutte le fasi che portano alla realizzazione dei grandi, e costosi, stampi in vetroresina di soggetti per giostre per bambini, elementi scenografici e soggetti a dondolo. Elementi molto grandi possono essere infatti scomposti da un software in vari elementi perfettamente combacianti, e poi assemblati per realizzare il prototipo. Per non parlare delle riproduzioni di monumenti in miniatura. Insomma, le potenzialità sono veramente notevoli, e il mercato ancora tutto da presidiare. In questo caso chi primo arriva…
di Maurizio Crisanti da parksmania.it