Stampa 3D in Metallo sulla Stazione Spaziale Internazionale
L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha recentemente completato la prima stampa 3D in metallo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, un evento che ha segnato un significativo avanzamento per la produzione in orbita. Questo sviluppo è avvenuto nel modulo laboratorio Columbus dell’ESA, dove è stata stampata una linea di prova con curva a S.
Il dimostratore tecnologico utilizzato per questa stampa è stato sviluppato da Airbus, co-finanziatore del progetto, sotto la supervisione della Direzione dell’Esplorazione Umana e Robotica dell’ESA. Rob Postema, responsabile tecnico dell’ESA, ha espresso ottimismo per il futuro, sottolineando che questi test aprono la via alla stampa di componenti più complessi.
Dettagli del Progetto e delle Operazioni
Sébastien Girault di Airbus ha manifestato entusiasmo per il successo di questa stampa pionieristica, la prima del suo genere a bordo dell’ISS, lodando l’alta qualità del risultato ottenuto. Il progetto “Metal3D” è stato avviato nel 2016, con l’obiettivo di sviluppare la prima stampante 3D in metallo adatta all’ambiente di microgravità della stazione spaziale. Questa tecnologia, che utilizza un processo di deposizione diretta di energia (DED), impiega un filo di acciaio inossidabile riscaldato da un laser ad alta potenza, contenuto all’interno di una camera ermetica per prevenire la dispersione di calore e fumi.
La supervisione del processo di stampa avviene integralmente da Terra, attraverso il centro di supporto utente CADMOS in Francia, con la semplice attività per l’equipaggio di bordo di gestire le valvole di azoto e di sfiato.
Analisi e Ricerca Futura
Advenit Makaya, ingegnere dei materiali dell’ESA, ha annunciato che alcune delle parti stampate saranno esaminate al Laboratorio dei Materiali e dei Componenti Elettrici dell’ESTEC nei Paesi Bassi per studiare gli effetti della microgravità sulla stampa di materiali metallici. Altre parti saranno inviate al Centro Astronautico Europeo e all’Università Tecnica della Danimarca (DTU).
Inoltre, sono state selezionate quattro forme per future stampe 3D in scala reale, che verranno riportate sulla Terra per confronti con stampe di controllo effettuate a terra. Questo studio mira a preparare il terreno per una produzione più estesa e complessa direttamente in orbita.
Verso un’Economia Spaziale Circolare
In linea con i suoi obiettivi a lungo termine, l’ESA ambisce a sviluppare un’economia spaziale circolare che includa il riciclo di materiali già presenti in orbita, come componenti di vecchi satelliti, per la creazione di nuovi strumenti o strutture. Questa strategia mira a ridurre la necessità di inviare materiali e componenti dalla Terra, facilitando così la produzione autonoma in orbita e supportando l’autosufficienza degli astronauti.