DIANA 2025, Fase 2: 15 aziende selezionate. Due applicano la stampa 3D: RVmagnetics e Reaction Dynamics
La Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (DIANA) della NATO ha selezionato 15 aziende di 10 Paesi per la Fase 2 del programma 2025. Tra queste, due realtà impiegano la manifattura additiva nelle proprie soluzioni: RVmagnetics (Slovacchia) e Reaction Dynamics (Canada). Le aziende ricevono finanziamenti non-diluitivi (300.000 €), accesso a centri di test dell’Alleanza e supporto al go-to-market in ambito difesa/dual-use. Che cos’è DIANA e cosa prevede la Fase 2
DIANA è un programma in due fasi che collega startup e centri di test/acceleratori della NATO per portare sul campo tecnologie dual-use. La Fase 2 è riservata a un sottoinsieme della coorte che supera la selezione competitiva alla fine della Fase 1 e prevede ulteriore funding, lavoro con end-user militari, piani di adozione rapida e percorsi verso il mercato alleato.
Perché ora: adozione rapida e domanda difesa
La spinta della NATO è orientata a ridurre i tempi di adozione di soluzioni promettenti attraverso una “Rapid Adoption” che coinvolge ministeri della difesa e policy comuni; DIANA è uno degli strumenti centrali in questo disegno.
Il quadro della coorte 2025 e i precedenti
La coorte 2025 DIANA è stata annunciata a dicembre 2024; la Fase 2 odierna ne rappresenta la scrematura avanzata. Nel 2024, ad esempio, furono 10 le aziende promosse alla seconda fase del programma pilota—un precedente utile per comprendere l’iter.
Chi usa (davvero) la stampa 3D in Fase 2
Secondo l’analisi di settore, solo due fra le 15 selezionate impiegano AM:
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RVmagnetics — sensori MicroWire passivi miniaturizzati, integrabili nei materiali e adatti a monitoraggio strutturale in ambienti estremi; l’azienda figura nella coorte 2025 e rende esplicite le applicazioni per difesa.
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Reaction Dynamics — lanciatore orbitale con propellenti stoccabili e non tossici e uso di AM su componenti critici; architettura pensata per dispiegamento rapido e infrastrutture minime.
Focus — RVmagnetics (Slovacchia)
I sensori MicroWire (diametro tipico 3–70 μm) sono fili metallici vetro-rivestiti altamente sensibili, passivi e contactless, integrabili in compositi senza indebolire il laminato, con lettura di temperatura, deformazione, vibrazione e campi magnetici. L’approccio abilita Structural Health Monitoring continuo su piattaforme terra/aria/mare/spazio e si presta a essere combinato con processi AM su compositi e riparazioni.
Focus — Reaction Dynamics (Canada)
Il programma Aurora adotta propulsione ibrida (combustibile solido + ossidante liquido) e componenti stampati in 3D per ridurre tempi/costi e semplificare la logistica; la roadmap include test suborbitali e sviluppo di serbatoi compositi finanziati con contributi CSA. La società ha chiuso nel 2025 un Series A da 14 M CAD per accelerare sviluppo e test.
Perché la stampa 3D conta per la difesa
Nel dominio propulsione e motori a razzo, l’AM consente lead time 2–10× più rapidi e tagli di costo >50%, offre geometrie complesse non ottenibili con metodi convenzionali e permette nuovi materiali; nei propellenti solidi/ibridi e nelle camere rigenerative emergono schemi di progettazione ottimizzati ad hoc con AM.
Altri nomi della Fase 2 (senza AM)
La selezione copre anche Kelluu (aerostati a idrogeno per sorveglianza persistente), IS Wireless (reti 5G/6G resilienti), Wayren (connettività tattica), 52 North Health (diagnostica radiologica rapida), DeltaOrbit (propulsione e “mothership” satellitare), Telearmy (tele-guida veicoli), Swaza (ausilio respiratorio nanofluidico), Zelim (sorveglianza SAR marittima), Alea Quantum Technologies (QRNG), TACTIQL (data assurance ISR) e Kinnami (data-mesh zero-trust).
Connessioni europee utili all’AM
Il ruolo dell’AM in ambito difesa è corroborato da iniziative europee e nazionali (es. EUDIS; selezione 3YOURMIND nel 2025) orientate a integrare player non-tradizionali e soluzioni on-demand nella base industriale.
