Università di Waterloo: farmaci attraverso le lenti a contatto con un idrogel innovativo

Un gruppo di ricerca dell’Università di Waterloo ha sviluppato un nuovo metodo per la somministrazione di farmaci mediante lenti a contatto. Utilizzando un idrogel stampato in 3D, i principi attivi possono essere rilasciati in modo continuo, aprendo nuove possibilità per trattare malattie oculari con maggiore efficienza e semplicità rispetto ai metodi tradizionali.

Come funziona l’idrogel stampato in 3D
L’idrogel, un materiale in grado di trattenere l’acqua, è composto da silicone fotosensibile che polimerizza con la luce UV. Questo lo rende flessibile e abbastanza resistente da sopportare lo stress associato all’uso prolungato delle lenti a contatto. Un aspetto distintivo di questa tecnologia è la capacità di controllare con precisione il rilascio del farmaco.

Il processo prevede l’applicazione dell’idrogel sulla periferia della lente a contatto tramite una tecnica di stampa 3D specifica. Questo approccio consente di incapsulare il farmaco direttamente nella lente, eliminando la necessità di somministrazioni frequenti come avviene con i colliri tradizionali.

Test con l’amoxicillina: risultati promettenti
Durante i test di laboratorio, i ricercatori hanno utilizzato amoxicillina, un antibiotico comune per il trattamento delle infezioni oculari. La professoressa Shirley Tang, del Dipartimento di Chimica e Associate Dean per la Ricerca presso la Facoltà di Scienze, ha spiegato:
“Abbiamo testato la capacità dell’idrogel di assorbire e rilasciare farmaci, confermando la sua forza e flessibilità. L’amoxicillina è stata scelta per valutare l’efficacia del sistema.”

Dopo l’incapsulamento del farmaco, i ricercatori hanno osservato che l’idrogel manteneva le sue proprietà stabili per un mese, mostrando cambiamenti minimi. Sayan Ganguly, ricercatore post-dottorato, ha aggiunto:
“I nostri risultati dimostrano che questo idrogel è sicuro per l’occhio umano e rappresenta un’opzione valida per applicazioni biomediche.”

Un’alternativa ai colliri
Il professor Lyndon Jones, direttore della School of Optometry and Vision Science di Waterloo, ha sottolineato i vantaggi del nuovo approccio:
“Questo metodo è più semplice e più efficace rispetto ai colliri, spesso difficili da usare e che richiedono applicazioni frequenti durante il giorno.”
La possibilità di un rilascio graduale e controllato dei farmaci attraverso le lenti a contatto potrebbe migliorare significativamente l’aderenza dei pazienti alle terapie.

Potenziali applicazioni e prospettive future
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista ACS Applied Bio Materials, evidenziano il potenziale della stampa 3D nella ricerca biomedica. Questa tecnologia potrebbe rivoluzionare il settore, offrendo soluzioni personalizzate per il trattamento di patologie oculari e altre applicazioni mediche.

L’innovazione sviluppata dal team di Waterloo rappresenta un passo avanti nella ricerca di terapie personalizzate e mette in luce nuove opportunità per soluzioni sanitarie più efficienti e facili da utilizzare.

Di Fantasy

Lascia un commento