La società LightArt con sede a Seattle ha lanciato la Ocean Coil Collection, una collezione di lampade realizzate interamente con rifiuti di plastica recuperati dagli oceani, attraverso un processo di stampa 3D.
La quantità di plastica che finisce negli oceani ogni anno è allarmante, con circa 14 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica che rappresentano l’80% dei detriti oceanici. Questo non solo mette in pericolo la vita marina ma riduce anche la capacità dell’oceano di immagazzinare carbonio, un gas tossico responsabile dell’incremento delle temperature terrestri.
LightArt ha preso provvedimenti per contrastare questo problema collaborando con Oceanworks, un’organizzazione dedicata al recupero e alla trasformazione dei rifiuti di plastica in prodotti riciclati. Per la Ocean Coil Collection, la plastica è stata raccolta a breve distanza dalla costa dell’Honduras e trasformata in pellet per essere utilizzata nelle stampanti 3D.
Rilasciata nell’aprile 2023, la collezione presenta lampade dalle sfumature di blu e verde, con una particolare tonalità chiamata Marina, ottenuta dalla combinazione di due tipi di plastica. La collezione si ispira alla schiuma marina e all’erba marina, dando vita a pezzi che ricordano la ceramica filata a mano.
Questo progetto non solo rappresenta un’innovazione nell’uso di materiali riciclati nella stampa 3D per l’illuminazione, ma anche un passo avanti nella lotta contro l’inquinamento da plastica. LightArt sta contribuendo a ridurre sia la produzione di nuova plastica sia la quantità di rifiuti di plastica esistenti.
La Ocean Coil Collection si aggiunge al precedente progetto della Coil Collection dell’azienda, che già utilizzava rifiuti riciclati prodotti internamente. Questa nuova collezione con la sua particolare attenzione alla plastica oceanica rappresenta un ulteriore impegno nella sostenibilità ambientale e nella responsabilità ecologica.
In un momento in cui l’industria della plastica è prevista rilasciare 1,34 miliardi di tonnellate di gas tossici all’anno entro il 2030, iniziative come questa possono rappresentare un contributo significativo alla riduzione dell’impronta di carbonio e all’adozione di pratiche più sostenibili nel settore della produzione.