La divisione Medicale di Lincotek ha ottenuto un brevetto statunitense (US 12,171,464 B2) per una vite ortopedica prodotta tramite stampa 3D, progettata per favorire l’integrazione ossea e offrire soluzioni più personalizzate in ambito chirurgico.
Il progetto brevettato prevede una vite con struttura reticolare integrata, che consente di adattarne le proprietà meccaniche in base alle esigenze specifiche dell’intervento e del paziente. Diversamente dalle viti tradizionali, in genere lavorate da blocchi solidi di titanio e con superfici lisce, questa soluzione propone un approccio modulare e configurabile.
Personalizzazione e adattamento anatomico
L’uso della stampa 3D consente di progettare la vite in modo da adattarsi meglio alla morfologia del paziente. Il dispositivo può essere impiegato in diverse tipologie di intervento, tra cui quelli alla colonna vertebrale, all’articolazione sacroiliaca, oppure nei trattamenti per necrosi avascolare e in altri contesti ricostruttivi.
Un sistema configurabile per esigenze chirurgiche specifiche
Tra le caratteristiche principali del dispositivo vi è la possibilità di modificare il diametro del corpo centrale, variare il profilo del filetto o integrare canali interni per l’erogazione controllata di farmaci o per applicazioni di stimolazione elettrica. Questo consente ai chirurghi di adattare l’impianto alle caratteristiche anatomiche e cliniche di ogni paziente.
Il brevetto copre anche strutture porose pensate per favorire la crescita ossea, migliorando l’integrazione dell’impianto nel tempo. Secondo Lincotek, questa soluzione può contribuire sia alla stabilità iniziale dell’impianto, sia alla sua fissazione nel lungo periodo, riducendo il rischio di complicazioni.
Produzione su misura o in serie, senza assemblaggi complessi
Il design permette sia la realizzazione di impianti personalizzati, sia la produzione su larga scala, mantenendo un processo semplificato senza necessità di assemblaggi successivi. Questo approccio contribuisce a ridurre i rischi clinici legati a possibili disallineamenti tra componenti separati.
Equilibrio tra stabilità meccanica e integrazione biologica
Secondo Mukesh Kumar, direttore R&D della divisione Medicale di Lincotek, un impianto efficace deve trovare un equilibrio tra ripartizione del carico con l’osso, stabilità strutturale e capacità di integrazione ossea. Le viti tradizionali si basano sulla rigidità per ridurre i micromovimenti, mentre la nuova vite stampata in 3D mira a favorire la formazione di nuovo tessuto osseo, caratteristica utile in contesti ricostruttivi e negli interventi ortopedici su anche e colonna.
Cresce l’interesse per la stampa 3D nel settore medicale
La concessione del brevetto a Lincotek si inserisce in un trend che vede un utilizzo crescente della produzione additiva in ambito sanitario, con un’attenzione sempre maggiore agli impianti personalizzati per migliorare gli esiti clinici.
Un esempio recente è quello della startup Anatomic Implants, che ha sviluppato un impianto sostitutivo per l’articolazione del primo dito del piede, considerato tra i primi nel suo genere ad essere realizzato interamente in 3D con tecnologia a letto di polvere di titanio. L’azienda si è avvalsa della piattaforma FormUp 350 di AddUp per affrontare il processo di validazione normativa (FDA 510(k)), sfruttando la possibilità di creare strutture reticolari per favorire l’osteointegrazione.
Anche in Cina si registrano evoluzioni in questo ambito: l’azienda Wedo Bio-Medical Technology ha ottenuto l’approvazione per l’impianto spinale WedoCage, sviluppato in collaborazione con Bright Laser Technologies (BLT). Il dispositivo ha ricevuto la certificazione come dispositivo medico di Classe III, dopo i risultati di trial clinici condotti in oltre 10 ospedali, che hanno evidenziato un tasso di fusione ossea del 97,10% a sei mesi, superiore a quello di dispositivi tradizionali in PEEK.
Per questi progetti, l’ottimizzazione dei parametri di stampa si è rivelata fondamentale per migliorare l’integrazione biologica e la durata degli impianti nel tempo.
