L’Università di Glasgow ha dato il via al NextSpace Testrig, il primo impianto dedicato alla verifica della resistenza di materiali stampati in 3D per applicazioni spaziali. La struttura, sviluppata dal Dr Gilles Bailet in collaborazione con il Manufacturing Technology Centre e finanziata dal programma Enabling Technology dell’UK Space Agency, riproduce le condizioni estreme dell’orbita terrestre per garantire l’affidabilità di polimeri, ceramici e metalli prodotti in gravità ridotta.
Il NextSpace Testrig
Caratteristiche della camera a vuoto
La sala di prova è dotata di un vano sottovuoto in grado di raggiungere temperature da –150 °C a +250 °C, simulando cicli termici analoghi a quelli sperimentati in orbita.
Sistema di prova automatizzato
Un caricatore interno ospita campioni multipli, sottoponendoli in sequenza a forze fino a 20 kN (equivalenti a 2 000 kg) per valutarne la resistenza meccanica in condizioni di vuoto.
Obiettivi e applicazioni
Gli esperimenti mirano a prevenire la formazione di detriti spaziali causati da rotture improvvise. Anche piccole imperfezioni, come bolle d’aria o zone mal fuse, possono compromettere la sicurezza di satelliti e veicoli in orbita a velocità elevatissime.
La stampa additiva in orbita potrà servire alla realizzazione di:
antenne leggere
riflettori solari
parti strutturali di veicoli spaziali
moduli abitativi per missioni lunari
Collaborazioni e finanziamenti
Il progetto NextSpace Testrig è guidato dal James Watt School of Engineering dell’Università di Glasgow, in partnership con il Manufacturing Technology Centre. Il finanziamento di 253 000 GBP proviene dall’UK Space Agency, nell’ambito del suo programma Enabling Technology.
Iain Hughes, responsabile del National Space Innovation Programme presso UKSA, ha ribadito l’impegno dell’agenzia nel sostenere soluzioni che favoriscano un settore spaziale sicuro e competitivo nel Regno Unito.
Impatto sul settore spaziale britannico
Glasgow è già riconosciuta come polo di eccellenza per la costruzione di satelliti al di fuori dell’area occidentale degli Stati Uniti. Il NextSpace Testrig rafforza la capacità del Regno Unito di offrire tecnologie avanzate per la manifattura orbitale, fornendo dati indispensabili per definire standard di sicurezza a livello internazionale.
Il Dr Bailet ha inoltre brevettato una stampante 3D per uso orbitale, testata durante voli parabolici a bordo del cosiddetto “vomit comet”.
L’apertura del NextSpace Testrig a ricercatori e aziende di tutto il mondo permetterà di incrementare la fiducia nelle tecnologie in-space manufacturing e di favorire lo sviluppo di norme basate su risultati sperimentali.
