Costa 19 euro ma sono spesi bene
La rivoluzione digitale investe la materia
Recentemente mi è capitato di trovarmi in un lungo viaggio in macchina con un’amica fisica e un’amica medico. Bruttissima premessa, direte voi, e infatti siamo rapidamente finite a parlare di scienza, di atomi e di trasferimento della materia.
La nostra amica fisica, cercava di spiegarci concetti di fisica quantistica, teorie e esperimenti. Sul momento mi sembrava addirittura di averli capiti, ma come arrivammo al casello di Milano mi erano già sfuggiti.
Una cosa però mi è rimasta in mente: la materia ha in se informazioni, che possono essere lette, scomposte e ricreate.
Questo, ho scoperto poi, è alla base di quella che chiamano la rivoluzione della fabbricazione digitale, che è molto più ampia di quello che pensavo. Si tratta in sostanza del processo di digitalizzazione che, dopo aver investito l’informazione e la comunicazione, va a prendersi anche la materia. E questa volta è radicale.
Come spiega Neil Gershenfeld, che insegna ai suoi studenti del MIT Come fabbricare (quasi) qualsiasi cosa,
“ Digitisation of fabrication is where you don’t just digitise design, but the materials and the process. The computer program doesn’t just describe the thing but becomes the thing. That’s not a metaphor. It’s literal. ”
Quando si parla di fabbricazione digitale viene automatico pensare al fenomeno della stampa 3D: posso stampare da me pezzi da assemblare, o oggetti partendo da un disegno. In realtà la “digital fabrication” è un fenomeno più profondo e le stampanti 3d non sono che uno degli strumenti, che ci permettono di immaginare (e scrivere sotto forma di codice) oggetti che oggi non esistono, e fabbricarli. Continua Gershenfeld
“The aim is to not only produce the parts for a drone, for example, but build a complete vehicle that can fly right out of the printer.”
La buona notizia è che anche noi abbiamo il nostro Gershenfeld locale. Si chiama Massimo Temporelli e sono andata spesso a trovarlo nello spazio di The FabLab Make in Milano.
)Massimo è appassionato e crede fino in fondo alla portata rivoluzionaria dell’avvento del digitale nella materia. Crede nelle nuove forme di artigianato che ci aspettano dietro l’angolo e crede che la tradizione, insieme alla curiosità e creatività degli italiani ci possa far giocare un ruolo interessante nel portare anche alla materia la rivoluzione digitale.
Sono molto curiosa riguardo al fenomeno, nella sua complessità e impatto: abbiamo già il potere di trasformare le informazioni in atomi e gli atomi in informazioni, che cosa ne faremo?
Per saperne di più:
Mercoledì 10 luglio Massimo Temporelli terrà un workshop di introduzione alla Digital Fabrication.
StartMiUp Via Federico Confalonieri, 36, Milano, MI, Italia
gio 10/lug/2014 19:00 – 21:00
Benedetta Arese Lucini e Marina Calcagno da Wired.it