Contesto e motivazioni formative
La formazione pratica in ostetricia richiede la padronanza di manovre delicate, come la valutazione del grado di dilatazione e consistenza del collo dell’utero. Fino a oggi, esercitazioni e simulazioni facevano spesso ricorso a modelli in silicone generici o a esercitazioni su pazienti in condizioni reali, con inevitabili limiti etici e logistici. La disponibilità di repliche anatomiche fedeli e a basso costo rappresenta perciò un’importante opportunità per consolidare le competenze delle studentesse e degli studenti prima del contatto con le gestanti.
Progetto e realizzazione dei modelli 3D
Un team interdisciplinare della Technischen Hochschule Aschaffenburg, coordinato dalla professoressa Hemma Pfeifenberger insieme all’ingegnere Sebastian Kraus, ha sviluppato una serie di dieci modelli di collo uterino stampati in 3D. Partendo da disegni CAD creati ad hoc, si è utilizzato un filamento elastico modificato nel grado di riempimento per ottenere vari livelli di rigidità. Ogni variante simula uno stadio differente del travaglio, dalla fase di chiusura completa fino alla dilatazione avanzata, permettendo di riprodurre con precisione le sensazioni tattili tipiche delle diverse fasi del parto. Il costo di produzione per ciascun pezzo rimane nell’ordine dei centesimi di euro, garantendo sostenibilità e facilità di riproduzione.
Valutazione didattica e risultati
Nella fase di test, ottantasette professioniste e professionisti—per lo più ostetriche e studentesse di ostetricia—hanno valutato la fedeltà dei modelli nel riprodurre la consistenza reale del tessuto cervicale. Le rilevazioni hanno evidenziato che chi possiede maggiore esperienza clinica distingue con maggior precisione le differenze di consistenza; questo dato suggerisce che i modelli possono favorire un apprendimento fine, calibrato sulla progressione del travaglio. La prossima fase includerà medici e mediche per studiare le differenze interprofessionali nella percezione tattile.
Presentazione scientifica e diffusione
I risultati sono stati illustrati al congresso EBCOG, l’appuntamento europeo di riferimento per ginecologia e ostetricia, e saranno oggetto di un abstract pubblicato sul European Journal of Obstetrics and Gynaecology. Queste sedi offrono visibilità internazionale al progetto, che contribuisce al dibattito sull’integrazione delle tecnologie di stampa 3D nella formazione medica.
Altre esperienze e soluzioni sul mercato
Oltre ai modelli accademici, esistono esempi commerciali di simulatori per l’esame cervicale. La statunitense Gaumard Scientific propone repliche desktop del complesso pelvico con componenti intercambiabili per la dilatazione cervicale; sulla piattaforma Etsy l’azienda REUTS3D offre un tool visivo per la formazione di ostetriche e ostetrici. Inoltre, comunità di maker mettono a disposizione file open-source su Thingiverse per stampare autonomamente versioni di questi modelli. Sul fronte della simulazione digitale, la svizzera VirtaMed integra nei suoi sistemi GynoS modelli virtuali del canale cervicale, offrendo allenamenti combinati tra realtà fisica e realtà aumentata.
Prospettive per l’istruzione ostetrica
L’adozione di modelli stampati in 3D favorisce l’allestimento di laboratori interattivi nei corsi di laurea in ostetricia e nelle scuole di specializzazione ginecologica. L’affiancamento tra modelli fisici, scanner intraoperatori e piattaforme VR consente di passare da una didattica basata solo su cenni teorici a un approccio pratico-esperienziale, potenziando l’autonomia e la sicurezza degli operatori prima dell’uso clinico. In futuro, il collegamento con dati di imaging personalizzato potrà generare repliche anatomiche individuali, supportando anche la preparazione a casi complessi o a patologie cervicali specifiche.
