Dal Mississippi alla “Blue Economy”: l’ingegnere oceanico-imprenditore che usa la stampa 3D per l’ambiente marino
Un profilo: Glenn Anglada e l’idea di componenti stagni stampati in 3D
Sulla costa del Golfo del Mississippi, Glenn Anglada unisce ingegneria oceanica e impresa: primo laureato del nuovo percorso Ocean Engineering Entrepreneurship Pathway (OEEP) dell’University of Southern Mississippi, ha fondato Anglada 3D per produrre componenti stampati in 3D a tenuta stagna destinati a sensori subacquei e sistemi di ricerca. L’obiettivo è ridurre tempi e costi di prototipazione in un settore – quello marino – dove corrosione e impermeabilità sono criticità quotidiane.
Il percorso OEEP: laurea in ingegneria + MBA in cinque anni
Il programma OEEP combina laurea in Ocean Engineering e MBA in un ciclo di cinque anni, con borsa di studio sostanziale per la parte MBA e possibilità di micro-finanziamenti per lo sviluppo tecnico dei progetti. Il modello consente di trasformare i progetti di tesi in iniziative imprenditoriali collegate alla filiera marittima regionale.
Tecnica e materiali: FDM, policarbonato e PETG, senza resine di finitura
Anglada ha lavorato sulla stampa FDM ottimizzando parametri, G-code e scelta materiali (policarbonato e PETG) per minimizzare i micro-vuoti tra strati, testando i pezzi in acqua e in vuoto all’interno di un vaso di pressione progettato ad hoc. I suoi tappi terminali stampati hanno mantenuto la pressione oltre 24 ore senza perdite, senza epossidiche né post-processi: un traguardo significativo per prototipi rapidi destinati a immersioni. Linee guida industriali indipendenti mostrano come la progettazione e i test corretti incidano sulla reale tenuta all’acqua delle parti stampate.
Il servizio: prototipi rapidi per ricerca e R&S costiera
Con sede a Gulfport, Anglada 3D offre parti personalizzate impermeabili “pronte all’uso” per ricercatori e startup che non possono sostenere i costi di officine meccaniche per piccole serie o pezzi unici: l’idea è fornire prototipi rapidi e alloggiamenti sensori a costi accessibili, riducendo la distanza tra laboratorio e mare.
Un ecosistema in crescita: Gulf Blue e l’attrazione di aziende ocean-tech
La costa del Mississippi investe da anni sulla “Blue Economy” con Gulf Blue, iniziativa guidata da USM che integra ricerca, testbed e programmi per startup in sei verticali (robotica marittima, acquacoltura, plastiche marine-friendly, analisi dati oceanici, smart ports, sistemi sea-space). Il consolidamento dell’ecosistema ha favorito trasferimenti industriali come quello di Ocean Aero, che ha aperto quartier generale e stabilimento (oltre 60.000–67.000 ft²) al Port of Gulfport.
Il legame con l’industria navale: Ingalls Shipbuilding (HII)
Parallelamente alla startup, Anglada lavora come naval architect presso Ingalls Shipbuilding, il più grande datore di lavoro manifatturiero del Mississippi, divisione di HII che progetta e costruisce navi per US Navy e US Coast Guard; il gruppo sta anche sperimentando e qualificando componenti stampati in 3D per applicazioni navali.
Perché conta: impatto economico e domanda di competenze
Secondo NOAA/BEA, nel 2022 l’economia marina ha generato 476 miliardi di dollari di PIL equivalente, 777 miliardi di vendite e 2,4 milioni di posti di lavoro negli USA. Per i prossimi dieci anni, l’occupazione di ingegneri marini e architetti navali è prevista in crescita del 6% (più della media), spinta da nuove esigenze su navi, porti e infrastrutture costiere, inclusi standard emissivi e piattaforme per l’energia offshore.
Prossime tappe: dal prototipo alla filiera
La priorità è ampliare la base clienti e sistematizzare procedure di qualifica (pressione, tenuta, cicli termici, compatibilità materiali) per passare da prototipi unici a piccole serie di componenti marini. L’integrazione con i programmi di accelerazione Gulf Blue e con laboratori USM può velocizzare validazioni e sbocchi industriali.
