Contesto storico e obiettivi dell’intervento
In previsione del 150° anniversario, il Natural History Museum di Londra ha deciso di rinnovare parte della propria esposizione permanente “Fixing Our Broken Planet”. L’obiettivo principale è stato integrare elementi di supporto contemporanei senza alterare l’architettura vittoriana dell’edificio, tutelato come bene storico. Le nuove installazioni dovevano rispettare tre vincoli fondamentali: essere indipendenti dalle murature portanti, non esercitare pesi puntuali superiori a 400 kg e non richiedere fissaggi permanenti alle pareti.

Progettazione modulare e stampa 3D in ceramica
Lo studio di design digitale LAMÁQUINA, in collaborazione con i conservatori del museo, ha ideato un sistema modulare composto da 1.686 pezzi ceramici singoli. Ogni elemento è stato disegnato in CAD tenendo conto dell’inevitabile contrazione del materiale durante l’essiccazione e la cottura, per garantire una precisione di assemblaggio entro tolleranze inferiori a cinque millimetri. La produzione è avvenuta tramite stampa 3D robotizzata con argilla a elevata purezza, un processo che ha permesso di realizzare geometrie complesse in tempi rapidi e con costanza dimensionale.

Materiali sostenibili e processo produttivo
Nella scelta della miscela ceramica si è privilegiata la circularità: il corpo di argilla contiene il 40 percento di materiale riciclato, recuperato dagli sfridi di lavorazione. L’intero ciclo di stampa e cottura avviene senza perdite di materia prima, mentre una parte dell’energia impiegata nel forno proviene da fonti rinnovabili. Il risultato è un prodotto esente da scarti e a basso impatto ambientale, perfettamente in linea con i temi di sostenibilità affrontati dall’allestimento.

Assemblaggio e versatilità d’uso
Gli elementi ceramici, progettati per un montaggio a secco, si uniscono grazie a giunti in biopolimeri biodegradabili. Questa tecnica consente di smontare agevolmente le strutture per manutenzione o trasporto e di riutilizzare ogni componente in contesti differenti. La natura modulare del sistema garantisce massima flessibilità: è possibile adattare l’installazione a diverse configurazioni spaziali o, a fine esposizione, riproporla in altre sedi senza interventi sulle mura storiche.

Valore culturale e prospettive future
L’applicazione della manifattura additiva in un museo di valenza internazionale dimostra come le tecnologie digitali possano affiancare la conservazione del patrimonio, offrendo soluzioni che coniugano estetica, funzionalità e rispetto del contesto architettonico. Questo progetto apre la strada a ulteriori sperimentazioni nel settore dei beni culturali, dove la stampa 3D ceramica potrebbe trovare impiego per restauri, allestimenti temporanei e repliche di parti danneggiate, preservando al contempo l’integrità degli edifici storici.

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Di Fantasy

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