Contesto ambientale e obiettivi del progetto
Nel Golfo di Aqaba, la rapida perdita delle barriere coralline mette a rischio la biodiversità marina, la protezione delle coste e le attività economiche locali. Per far fronte a questo declino, il Governo del Regno Hashemita di Giordania, insieme all’Aqaba Development Corporation (ADC), ha avviato un programma di restauro delle barriere basato su strutture stampate in 3D. L’iniziativa si inserisce nelle linee guida della Decade on Ecosystem Restoration varata dalle Nazioni Unite e si è presentata all’UN Ocean Conference tenutosi a Nizza nel 2025.

Partnership tecnico-scientifica
Per realizzare i moduli di barriera, ADC ha incaricato la società di ingegneria marittima Voyacy Regen, fondata da Philippe e Ashlan Cousteau, e l’azienda infrastrutturale Sperra. Le stampanti a grande formato provengono da Vertico, azienda olandese specializzata in soluzioni di stampa concreta a basso impatto di carbonio. Jason Cotrell, CEO di Sperra, sottolinea che il coordinamento tra competenze biologiche e ingegneristiche consente di progettare forme capaci di promuovere l’attacco e la crescita dei coralli locali, come le specie di Acropora e Porites.

Progettazione e parametri di stampa
Le unità coralline sono realizzate in calcestruzzo appositamente formulato con leganti a ridotte emissioni di CO₂ e aggregati provenienti da cave giordane, così da ridurre l’impronta ambientale del trasporto. Il processo di stampa utilizza strati di 10 mm di altezza e nozzle da 30 mm di diametro, con velocità di deposizione di 140 mm/s. Questi parametri vengono sottoposti a prove di permeabilità e resistenza all’ingresso di ioni cloruro, per verificare durabilità e compatibilità con l’acqua salmastra prima dell’immersione.

Fondamenti biologici e micro-frammentazione
Voyacy Regen integra nei propri moduli tecniche di micro-frammentazione studiate dal Chief Scientist Dr. David Vaughan: piccoli frammenti di corallo vengono fissati sulla superficie stampata, favorendo un’accelerazione della ricrescita rispetto al fotocolonizzazione tradizionale. Gli organi corallini così propagati trovano un ancoraggio più stabile e un flusso ottimale di nutrienti, grazie alle geometrie studiate per massimizzare la superficie effettiva a contatto con l’acqua.

Sperimentazioni e monitoraggio
Nella fase pilota, alcune strutture sono già state posizionate all’interno del Marine Park di Aqaba e sottoposte a controlli sul campo. Ricercatori dell’Università del Delaware hanno osservato che pesci damigella e larve planctoniche interagiscono con i moduli stampati in modo analogo a quanto avviene con il reef naturale, confermando risultati analoghi ottenuti in precedenti studi statunitensi. Al contempo, team di Bar-Ilan University, Technion, University of Haifa e Tel Aviv University hanno messo a punto barriere in ceramica 3D, dimostrando che l’approccio additive può sostenere elevati livelli di biodiversità.

Coinvolgimento della comunità e ricadute locali
Per rafforzare l’impatto sul territorio, ADC promuove la formazione di tecnici giordani all’uso delle tecnologie di stampa 3D e invita scuole e università locali a partecipare a workshop di biologia marina. Il progetto si integra con la Vision 2025 della Giordania, che punta a sviluppare infrastrutture green, turismo sostenibile e occupazione qualificata lungo la costa di Aqaba.

Comparazione internazionale e prospettive
Un caso parallelo è quello dell’Università di Hong Kong, dove 128 piastrelle in argilla stampata hanno sostenuto la ricostituzione di reef protetti nel parco di Hoi Ha Wan. L’esperienza giordana potrà beneficiare di questi modelli, adattandoli alle condizioni uniche del Golfo di Aqaba, caratterizzato da acque più trasparenti ma con picchi di salinità e temperature. L’obiettivo a medio termine è creare un network di siti di restauro lungo la costa del Mar Rosso, estendendo il metodo anche a Egitto, Arabia Saudita e Israele.

Immagine generata AI
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Di Fantasy

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