TissueTinker e il nuovo modello per testare i farmaci oncologici
La startup canadese TissueTinker, nata dalla McGill University, propone una piattaforma di bioprinting per realizzare minitumori umani in scala ridotta. Fondata da Benjamin Ringler, Madison Santos e Isabelle Dummer, l’azienda ha ottenuto un finanziamento dal McGill Innovation Fund per perfezionare un sistema che simula l’ambiente tumorale con dettaglio tridimensionale.

Stampa 3D di micro-tumori su misura
Il cuore della tecnologia di TissueTinker è un bio-ink a base di cellule vive, in grado di riprodurre tessuti sani e maligni con layout spaziale definito. Ogni modello misura circa 300 micron, una dimensione scelta per garantire un buon equilibrio tra fedeltà biologica e costi di produzione. I tumori stampati mostrano un nucleo ipossico e gradienti di ossigeno analoghi a quelli riscontrati in vivo, permettendo di osservare risposte al farmaco più vicine a quelle umane.

Vantaggi rispetto ai metodi tradizionali
A fronte di colture bidimensionali e test su animali, questi modelli riproducono interazioni cellulari complesse, fornendo dati predittivi più affidabili fin dalle prime fasi sperimentali. Ridurre il tasso di insuccesso dei farmaci oncologici — che raggiunge circa il 90 per cento dopo i test preclinici — significa limitare gli investimenti inutili e accelerare il percorso verso gli studi clinici.

Allineamento alle nuove direttive FDA
Le linee guida emesse dalla Food and Drug Administration statunitense favoriscono ora l’impiego di sistemi umani in sostituzione degli animali nella fase preclinica. Grazie a queste indicazioni, le aziende di biotecnologia possono adottare modelli bioprintati come alternativa conforme alle normative, migliorando la qualità dei dati e riducendo i tempi di sviluppo di nuove terapie.

Confronti con altre iniziative internazionali
Già nel Regno Unito, Carcinotech e CELLINK avevano collaborato per definire protocolli standardizzati di bioprinting di modelli tumorali, integrando cinque tipi cellulari chiave per simulare specifiche neoplasie. In Germania, un progetto coordinato dall’Università di Stoccarda e dal Robert Bosch Hospital ha impiegato strutture microfluidiche “mattoncino” che uniscono bioprinting ed elaborazioni in silico, ottenendo piattaforme modulari per sperimentazioni farmacologiche più realistiche.

Prospettive di mercato e sviluppo futuro
TissueTinker mira a estendere la propria libreria di modelli tumorali e a offrire licenze alle case farmaceutiche e agli istituti di ricerca. Sul fronte economico, il settore della bioprinting prevede una crescita annua superiore al 20 per cento nei prossimi cinque anni, spinto dalla domanda di soluzioni che integrino biologia e ingegneria dei tessuti. Altri protagonisti del mercato includono Organovo e Aspect Biosystems, che lavorano su modelli cellulari stampati per applicazioni diverse, dal drug screening alla medicina rigenerativa.

Verso terapie più mirate
Il percorso di TissueTinker passa anche da collaborazioni con unità cliniche e laboratori di farmacologia, con l’obiettivo di validare i propri modelli in trial comparativi. In prospettiva, la possibilità di personalizzare i tumori bioprintati su cellule del paziente aprirà la strada a test di efficacia su misura, rendendo più rapida e sicura la ricerca di terapie mirate.

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Di Fantasy

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