COBOD aggiunge lo “shotcrete” al braccio: il cantiere 3D si allarga oltre l’estrusione
COBOD International, insieme alla Technische Universität Braunschweig, ha presentato un’unità telescopica con braccio robotico che permette al sistema BOD2 di passare dalla classica estrusione a basso flusso allo spruzzo ad alta pressione di calcestruzzo (shotcrete). L’obiettivo: rinforzare giunti deboli, lisciare superfici, sigillare pareti e colmare vuoti senza interventi manuali.
Come è fatto il nuovo modulo
La colonna telescopica (corsa verticale dinamica di 3 m) ospita un braccio robotico che opera sotto l’asse X, raggiungendo zone già stampate per lavorare su entrambi i lati della parete. L’unità nasce con l’Istituto per la Progettazione Strutturale (ITE) e consente l’uso del processo SC3DP (Shotcrete 3D Printing).
Shotcrete: definizione e perché interessa la stampa 3D di calcestruzzo
Secondo l’American Concrete Institute, lo shotcrete è calcestruzzo o malta proiettati ad alta velocità da un ugello, con compattazione in situ grazie all’energia cinetica del getto.
Il problema da risolvere: i “cold joint” tra layer
Nella 3DCP a estrusione, i layer successivi aderiscono poco se il tempo di attesa è lungo: si formano interfacce deboli che compromettono resistenza e durabilità. Lo shotcrete può “cucire” gli strati, penetrare nelle irregolarità e migliorare il legame interlaminare.
Funzioni operative del getto ad alta pressione
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Rinforzo: lo spruzzo può inglobare reti prefabbricate o catturare armature appoggiate, creando pareti armate senza casseri tradizionali.
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Sigillatura e finitura: un velo di shotcrete riduce l’effetto “cordoli” tipico dell’estrusione e migliora la tenuta all’acqua.
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Riempimento e ripresa: il getto colma cavità, riprese di getto e geometrie complesse con qualità superficiale superiore.
Strato “primer” e planarizzazione: uso tattico del braccio
La stessa testina può stendere un primo strato su terreni irregolari per creare una base planare, da incidere poi con il tracciato di stampa. Questa funzione deriva dalla possibilità di variare portata e pressione, tipiche dello shotcrete, e dall’accesso verticale del braccio (deduzione tecnica coerente con il processo SC3DP).
Oltre il cemento: utensili intercambiabili sullo stesso asse
COBOD elenca pistole per vernici e primer, applicatori d’isolante, levigatrici, persino gripper per posare blocchi in calcestruzzo cellulare o mattoni. La stessa piattaforma, quindi, può passare dalla finitura alla movimentazione di componenti prefabbricati. Integrazione di processo: stampa, spruzzo, posa accessori
Un flusso tipo può prevedere: 1) estrusione delle pareti portanti; 2) inserimento o fissaggio delle armature; 3) shotcrete di consolidamento e finitura; 4) sanding robotizzato del lato interno; 5) posizionamento automatico di serramenti o blocchi. Nelle fasi successive, sensori di visione guidano il braccio per allineare fori per cablaggi o tubazioni (funzione ipotizzata: COBOD oggi prepara gli alloggiamenti via disegno, ma la modularità del braccio apre a integrazioni più spinte). (
Dal BOD2 al BOD3: estendere l’area di lavoro
Parallelamente COBOD ha introdotto il BOD3, con binari a terra estensibili lungo l’asse Y per coprire più edifici con un solo setup. L’idea del “robot multifunzione” si somma alla “stampa continua” su grandi lotti. )
Dimostrazione sul campo: la Digital Construction Site di TU Braunschweig
Il sistema è stato presentato e messo in opera alla DSC di Braunschweig: obiettivo, testare fabbricazioni digitali di pareti doppia curvatura, gestione integrata dell’armatura e nuove routine di automazione in condizioni reali di cantiere. Il BBSR tedesco supporta l’iniziativa come leva per ridurre costi e fabbisogno di manodopera.
Track record e partner industriali
COBOD dichiara oltre 85 stampanti consegnate nel mondo, con azionisti come General Electric, Holcim, CEMEX e PERI. In Medio Oriente Dar Al Arkan ha stampato una villa a tre piani a Riyadh; in Africa 14Trees ha realizzato 10 case in 10 settimane; in Oman GUtech ha prodotto tre edifici in otto giorni, uno dei quali in 19 ore di tempo macchina; in Portogallo Havelar ha completato le pareti di un’abitazione di 80 m² in 18 ore.
Altri attori e materiali
ICON (USA) lavora su stampanti multi‑piano e software AI per gestione progetto; Sika offre miscele Sikacrete® 3D formulate ad hoc; l’ecosistema si amplia con produttori di pompe, batch plant e additivi che devono dialogare con toolhead e G-code.
Criticità tecniche da gestire
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Reologia: lo shotcrete deve essere pompabile ma “appiccicoso” per aderire su superfici verticali.
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Overspray e rimbalzo: serve controllo pneumatico e raccolta del materiale respinto.
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Qualità del legame: il beneficio sul cold joint dipende da tempi di posa, umidità e temperatura substrato.
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Coordinamento BIM/G-code: l’integrazione di più utensili impone librerie di processo e check automatici.
Cosa aspettarsi a breve
TU Braunschweig e COBOD useranno il sistema in progetti reali per calibrare parametri e scalare l’automazione; la combinazione di shotcrete, estrusione e utensili ausiliari dovrebbe accorciare il “gap” tra stampa delle pareti e finiture. Parallelamente, il BOD3 e configuratori digitali consentono di pianificare cantieri multi‑edificio con un’unica installazione. ..,,,
