Chi lancia l’allarme e perché conta
Il monito arriva da Craig Pyser, presidente di Additive Manufacturing UK (AMUK) e CEO di AMufacture: durante DSEI a Londra ha affermato che un persistente “knowledge gap” tra chi acquista per la difesa e l’industria frena l’adozione della produzione additiva (AM) come metodo produttivo, mettendo a rischio risparmi stimati in £110 milioni. Pyser indica la necessità di superare la visione della stampa 3D come sola prototipazione e di considerarla capacità industriale per serie, ricambi e riconfigurazione rapida della supply chain.
Da dove arriva la cifra di £110 milioni
La stima è riportata nella Defence Advanced Manufacturing Strategy del Ministero della Difesa britannico (MoD): uno studio commissionato alla Defence Innovation Unit (DIU) ipotizza che produrre in AM il 15% dell’inventario genererebbe £110 milioni in 15 anni, con benefici netti annui di £35,5 milioni in seguito. La stessa strategia evidenzia oltre 1,3 milioni di codici d’inventario e l’obsolescenza come principale problema di fornitura: contesto in cui l’AM può ridurre lead time e dipendenze.
Che cosa frena l’adozione: processi, procurement e competenze
Oltre alla maturità tecnica, gli ostacoli riguardano: cicli di acquisto lenti e frammentati, qualifiche e responsabilità sul file digitale, infrastrutture IT e formazione uniforme. Il quadro emerso a AMUG 2025 e negli interventi citati da 3DPI descrive ritardi nell’acquisizione e nella standardizzazione, fattori che mantengono l’AM sotto-utilizzata nonostante le prove di scalabilità.
Capacità industriali già disponibili nel Regno Unito
Secondo Pyser, nel Regno Unito operano aziende in grado di soddisfare la domanda: AMufacture (Portsmouth) produce parti per aerospazio, automotive, medicale, marino e difesa con HP Multi Jet Fusion (MJF) e altri processi (SLS, SLA, DLP, FDM), materiali come PA12 e TPU, e dashboard digitale per la tracciabilità. La localizzazione accanto a BAE Systems, Airbus e Lockheed Martin favorisce integrazione e tempi rapidi.
Strategia del MoD: obiettivi e linea d’azione
La strategia del MoD assegna all’advanced manufacturing (che include l’AM) un ruolo centrale per resilienza e produttività: produzione distribuita con una rete di fornitori qualificati, risposta rapida a obsolescenze e introduzione di digital thread e licenze di file per garantire disponibilità controllata del dato tecnico.
Confronto e risonanza mediatica: perché il tema è caldo ora
La posizione di AMUK è stata ripresa da più testate di settore, che ribadiscono la soglia del 15% dell’inventario come “punto di svolta” per portare i risparmi in cassa e consolidare filiere just-in-case. La stampa specializzata cita la strategia del MoD e l’intervento di Pyser a DSEI come catalizzatori del dibattito.
Che cosa serve per sbloccare i risparmi
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Procurement guidato dai dati: priorità a classi di parti con alto tasso di obsolescenza e tempi lunghi; uso di strumenti di selezione DfAM e analisi costi-benefici su base inventariale.
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Qualifiche e standard: percorsi rapidi di approvazione per materiali/processi e criteri uniformi di conformità ai requisiti militari.
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Infrastruttura digitale: governance dei file nativi e dei diritti di licenza per abilitare la produzione distribuita sicura lungo la filiera.
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Formazione: upskilling delle logistiche e dei team acquisti sulle capacità di serie dell’AM, non solo prototipazione.
