RICERCATORI GALLESI HANNO DECISO DI STAMPARE IN 3D LA CARTILAGINE PER TRAPIANTI DI ORECCHIE E NASO SENZA CICATRICI
Radiyah è nata con una condizione chiamata microta, una deformità congenita che significava che il suo orecchio sinistro esterno non era in grado di svilupparsi completamente durante la gravidanza. I ricercatori della Swansea University stanno ora intraprendendo uno studio da 2,5 milioni di sterline in collaborazione con la Scar Free Foundation sulla cartilagine trapiantabile con biostampa 3D fatta di cellule staminali umane e materiali a base vegetale, fornendo a Radiyah e ad altri come lei un nuovo approccio alla chirurgia di ricostruzione facciale.
Il padre di Radiyah, Rana, ha detto alla BBC che sarebbe immensamente utile per aumentare la sua fiducia: “ Alle ragazze piace legarsi i capelli e forarsi le orecchie e avere due orecchie abbinate sarà una cosa positiva. Ha iniziato a perdere un po’ di confidenza, quindi abbiamo deciso di seguire la via medica”.
La cartilagine è un tessuto connettivo resistente ed elastico che si trova quasi ovunque nel corpo umano. Copre e protegge le estremità delle ossa e le articolazioni tra di esse, fungendo da ammortizzatore e consentendoci di muoverci liberamente come facciamo noi. Anche parti del corpo come l’orecchio esterno e il naso sono prevalentemente costituite da cartilagine, che è ciò che le rende così flessibili.
Persone come Radiyah che hanno la cartilagine mancante nelle orecchie e nel naso hanno una serie di opzioni quando si tratta di chirurgia ricostruttiva. Le protesi polimeriche pronte e personalizzate sono un’opzione praticabile, ma i pazienti possono anche scegliere di utilizzare i propri tessuti cartilaginei da altre parti del corpo. Sfortunatamente, questo ha spesso l’effetto di lasciare cicatrici per tutta la vita nel sito del trapianto.
Lo studio triennale di Swansea mira ad affrontare questo problema ed eliminare del tutto la necessità di recupero della cartilagine, stampando invece in 3D le strutture di cartilagine richieste in un laboratorio. Le strutture stampate verranno utilizzate come impalcature tissutali, su cui verranno coltivate cellule staminali specifiche del paziente per formare la base di un nuovo naso o orecchio. I ricercatori intendono portare il lavoro ben oltre il caso di Radiyah, applicando la tecnologia anche ai sopravvissuti al cancro e alle vittime di ustioni.
Rana aggiunge: “Se non fosse per questo tipo di tecnologia, dovrebbe invece avere un innesto di pelle, il che significherebbe che avrebbe una grande cicatrice sul cranio e anche sotto il seno, dove sarebbero andati a prendere la cartilagine. Quindi sarebbe rimasta con molte cicatrici, ma sviluppando l’orecchio in un laboratorio, sarà senza cicatrici”.