Attraverso un’offerta pubblica iniziale (IPO), l’azienda metterà in vendita 2 milioni di azioni al prezzo compreso tra $4 e $6 ciascuna, con l’obiettivo di raccogliere tra $8 e $12 milioni. Il simbolo di quotazione dell’azienda sarà XJET e ci saranno in circolazione 19.705.240 azioni.
Secondo quanto riportato da The Times of Israel, i proventi netti dell’IPO saranno utilizzati da XJet per “espandere l’azienda, investire nelle vendite e nel marketing, nonché per scopi di ricerca e sviluppo”. Il CEO Yair Alcobi ha dichiarato che, nonostante le condizioni di mercato attuali, la quotazione in borsa rappresenta la migliore opportunità per l’azienda di accedere a capitali e espandersi man mano che i loro prodotti diventano pronti per il mercato.
XJet è stata fondata nel 2005 da Hanan Gothait, che ha lasciato il ruolo di CEO l’anno scorso per dare il benvenuto ad Alcobi come successore. Gothait, attualmente presidente di XJet, insieme ad altri membri chiave del team, proveniva da Objet, che successivamente si è fusa con Stratasys. Attraverso XJet, Gothait ha lavorato per sviluppare e commercializzare la tecnologia brevettata NanoParticle Jetting dell’azienda, in grado di elaborare sia materiali metallici che ceramici. Per sostenere questa iniziativa, l’azienda ha raccolto circa $100 milioni, con Lucion, Alumot e IBI Trust Management tra i principali azionisti. Circa sei anni dopo il lancio della tecnologia NanoParticle Jetting, XJet ha consegnato il suo primo sistema di stampa 3D in metallo all’azienda di servizi Azoth, mentre i suoi sistemi per la stampa in ceramica sono stati adottati nei settori sanitario e delle antenne.
La nomina di Alcobi come CEO di XJet fa parte di un ambizioso piano di crescita, che ha portato l’azienda a presentare la richiesta per la quotazione pubblica solo 12 mesi dopo l’insediamento di Alcobi.