Zortrax verso una nuova fase: dal desktop all’industriale
Zortrax è conosciuta da anni come uno dei nomi simbolo della stampa 3D desktop in Europa. Oggi, però, l’azienda polacca sta usando la ristrutturazione in corso come occasione per ridefinire la propria identità: meno focalizzazione sul solo segmento “desktop”, più attenzione a sistemi industriali, materiali ad alte prestazioni e workflow digitali integrati per la produzione.
Dal boom iniziale alla ristrutturazione: perché cambiare rotta
Nel percorso raccontato dalla CEO Angelina Stokłosa si intrecciano crescita rapida e correzioni di rotta. Nei primi anni Zortrax si è affermata come produttore di riferimento di stampanti 3D desktop, sostenuta da investitori che credevano nel potenziale del marchio e dalla quotazione sul mercato NewConnect della Borsa di Varsavia. L’azienda è diventata un punto di riferimento europeo per le soluzioni da banco, con una base installata diffusa e una rete di partner ampia.
Quando il quadro macroeconomico è cambiato e alcuni programmi chiave – come le forniture al mondo educativo – si sono ridotti o interrotti, la struttura costruita negli anni di espansione ha iniziato a pesare. Costi fissi alti, margini sotto pressione e cicli di vendita più complessi hanno costretto l’azienda a rivedere il proprio modello. Da qui la scelta di avviare una ristrutturazione formale, con un piano che combina riduzione dei costi, revisione dei contratti con i creditori e razionalizzazione della struttura interna.
Oggi la ristrutturazione viene presentata come un passaggio necessario per riportare l’azienda su fondamenta più solide: una Zortrax più snella, con meno sovrastrutture, focalizzata su segmenti dove può davvero creare valore con tecnologie e materiali avanzati.
Il ruolo della nuova CEO Angelina Stokłosa
Al centro di questa fase c’è Angelina Stokłosa, giurista con una forte esperienza in ambito societario, che ha conosciuto Zortrax prima come presidente del Consiglio di Sorveglianza e poi come CEO. Il profilo è diverso da quello di molti amministratori delegati “tecnici”, ma la scelta rispecchia le priorità del momento: completare la ristrutturazione, riorganizzare il perimetro dell’azienda e disegnare una strategia credibile nel medio periodo.
Stokłosa descrive una Zortrax più flessibile ma anche più matura. Alcuni punti fermi: focus sulla qualità e sulla durata dei prodotti, radicamento in Polonia con capitale prevalentemente europeo, proprietà intellettuale interna, struttura dei costi compatibile con un mercato professionale e industriale che richiede tempi lunghi e assistenza continuativa. La linea di fondo è semplice: ascoltare con attenzione le esigenze dei clienti e consegnare soluzioni solide, senza rincorrere mode effimere.
Portafoglio Zortrax: dal desktop ai sistemi industriali
Guardando all’offerta attuale si capisce bene il cambio di prospettiva. Zortrax non è più soltanto sinonimo di stampanti desktop, ma di un portafoglio che copre:
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sistemi LPD/FDM come le serie M200 e M300, con versioni aggiornate dotate di connettività e funzioni per la gestione di flotte di macchine;
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la piattaforma industriale Endureal, pensata per lavorare con polimeri tecnici e superpolimeri in ambienti controllati;
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sistemi UV-LCD a resina come Inkspire e Inkspire 2, dedicati a prototipi di precisione, gioielleria, elettronica e applicazioni dentali;
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un insieme di strumenti software e servizi – dallo slicer Z-SUITE alla piattaforma cloud inCloud – per coordinare code di stampa, aggiornamenti e monitoraggio;
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soluzioni di post-processing come il sistema Apoller per la lisciatura chimica automatizzata delle parti FDM.
L’elemento chiave è la coerenza: hardware, materiali, software e post-processing sono pensati per lavorare insieme. Il messaggio implicito è che Zortrax vuole essere valutata per la capacità di fornire workflow completi, non solo singole macchine.
Endureal e Z-PEEK: polimeri di livello “spaziale”
Il prodotto che più simbolicamente rappresenta la trasformazione verso l’industriale è Endureal, una piattaforma LPD di terza generazione progettata per la lavorazione di materiali ad alte prestazioni. La macchina offre una camera di stampa sigillata e riscaldata, gestione accurata delle condizioni termiche e architettura a doppia estrusione per supporti dedicati, elementi essenziali quando si lavora con polimeri spinti.
In questo contesto si inserisce lo sviluppo del materiale Z-PEEK, un filamento basato su PEEK progettato per applicazioni estreme. In collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea, Zortrax ha utilizzato Endureal per produrre campioni sottoposti a cicli termici in vuoto, esposizione a radiazione e prove di usura prolungata. I risultati hanno confermato che il materiale e il processo di stampa soddisfano requisiti tipici delle applicazioni spaziali. Per Zortrax è una prova concreta che la combinazione fra hardware, software e materiale può affrontare scenari di utilizzo molto impegnativi.
Queste evidenze vengono usate come biglietto da visita verso settori come aerospazio, automotive di alta gamma, difesa ed energia, dove affidabilità, ripetibilità e tracciabilità dei processi sono decisive almeno quanto la qualità geometrica delle parti.
Due tecnologie complementari: LPD/FDM e UV-LCD
La strategia tecnologica di Zortrax ruota intorno a due famiglie:
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LPD/FDM come infrastruttura per le applicazioni industriali. Qui l’obiettivo è fornire sistemi robusti, compatibili con un ventaglio ampio di polimeri tecnici e in grado di produrre componenti funzionali, attrezzature, dispositivi di bloccaggio, maschere e prototipi di grandi dimensioni. Le serie M300 e Endureal si collocano precisamente in questo scenario.
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UV-LCD per la massima precisione e la qualità superficiale. Le stampanti a resina della casa rispondono a esigenze differenti: modellazione dentale, gioielli, piccoli componenti meccanici e parti in cui dettaglio e finitura sono critici. La disponibilità crescente di resine funzionali e biocompatibili rende questo segmento complementare, non alternativo, alla parte FDM.
La linea guida di Stokłosa è che nessuna tecnologia, da sola, può coprire tutte le esigenze industriali. Per questo Zortrax continua a investire su entrambe, con nuovi prodotti e materiali in sviluppo con un orizzonte dichiarato che arriva al 2026.
Dal prodotto al workflow: Z-SUITE, inCloud e Apoller
Un altro passaggio strategico importante è la transizione dalla logica “vendere stampanti” alla logica “fornire workflow”. In quest’ottica:
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Z-SUITE non è solo un software di slicing, ma il punto in cui si codificano profili materiali, finiture, parametri di processo e strategie di supporto;
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inCloud consente di gestire da un’unica interfaccia interi parchi macchine, monitorare lo stato dei job, coordinare aggiornamenti e manutenzione;
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Apoller aggiunge un tassello critico al processo, perché permette di standardizzare la fase di finitura delle parti FDM, rendendo più prevedibili estetica e prestazioni superficiali.
Nel complesso, l’obiettivo è offrire una catena digitale che vada dal file CAD alla parte pronta per l’uso, con il massimo controllo di variabili, tempi e costi. È questo passaggio, più ancora delle specifiche di una singola macchina, che colloca Zortrax nel campo dei fornitori di soluzioni industriali.
Una strategia più selettiva: meno quantità, più qualità
Il cambio di rotta implica anche una scelta meno appariscente ma determinante: rinunciare a una crescita basata principalmente sul volume di macchine vendute, per privilegiare soluzioni più articolate ma anche più stabili nel tempo. La ristrutturazione ha comportato la riduzione di affitti, costi di personale e servizi esterni, oltre a una revisione del peso dei diversi canali di vendita.
Al centro restano investimenti selettivi in ricerca e sviluppo su prodotti e materiali con reale potenziale industriale, dove la differenza non la fa la corsa all’ultimo gadget, ma la capacità di integrare le stampanti all’interno di processi produttivi esistenti, con ritorni misurabili in termini di qualità e tempi.
Tre trend chiave per il futuro della stampa 3D polimerica
Nella visione di Zortrax, tre tendenze guideranno l’evoluzione della manifattura additiva a base polimerica:
1. Celle AM automatizzabili
Le aziende chiedono sempre più stazioni additive integrate, in cui la calibrazione, il cambio materiale, il controllo del processo e, in parte, il post-processing siano coordinati. La singola macchina “isolata” lascia il posto a celle di produzione connesse, in grado di integrarsi con sistemi di fabbrica esistenti.
2. Polimeri industriali ad alte prestazioni
Cresce l’attenzione per materiali in grado di sostituire metalli in applicazioni reali: PEEK, PEKK, PPSU, poliammidi rinforzate, compositi e materiali ESD entrano nelle specifiche di progetti aerospaziali, automobilistici e energetici. La stampa 3D polimerica deve adeguarsi con processi controllabili, certificabili e ripetibili.
3. Ecosistemi digitali completi
Il valore tende a concentrarsi nell’ecosistema software e dati che circonda l’hardware. Gestione flotte, monitoraggio remoto, manutenzione predittiva, integrazione con MES ed ERP e magazzini digitali di parti diventano fattori distintivi. Le stampanti sono uno dei componenti di un sistema più ampio e devono dialogare con il resto dell’infrastruttura IT aziendale.
Cosa significa per gli utilizzatori
Per chi valuta o utilizza già le soluzioni Zortrax, questi elementi delineano uno scenario preciso:
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l’azienda punta a consolidarsi come partner per la produzione con polimeri, non solo come fornitore di stampanti desktop;
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i prodotti futuri andranno letti dentro una logica di workflow integrato, più che come modelli isolati;
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la ristrutturazione non è soltanto una risposta a una fase di difficoltà, ma un tentativo di riallineare costi, struttura e proposta di valore a un mercato che premia chi è in grado di sostenere progetti industriali complessi nel tempo.
In sintesi, Zortrax prova a trasformare un momento critico in un’occasione per riposizionarsi nella fascia alta della stampa 3D polimerica, con una combinazione di hardware, materiali e software rivolta a chi vuole integrare l’additivo nei propri processi produttivi in modo stabile e strutturato.
