Green Tales, il FabLab di Terni punta sul territorio
Il primo laboratorio di fabbricazione umbro punta soprattutto a introdurre nuove tecnologie e a sensibilizzare le imprese locali
A ben guardare all’interno dell’Umbria c’è molto di più di un cuore verde. C’è un cuore rivoluzionario che guarda al futuro e alla ripresa dell’economia locale. Green Tales è il nome del primo FabLab umbro, nata a Terni lo scorso marzo da un’idea di Giuseppe Berni e Damiano Gaggia, entrambi grafici e Alessandro Fancelli e Valentina Paci, architetti. La start up ha trovato spazio all’interno dell’incubatore Italeaf, startupper company che supporta e sostiene la creazione d’impresa nel settore green, ed è uno spazio in cui è possibile co-progettare e realizzare oggetti di fabbricazione digitale. Portatore sano di sperimentazione e idee innovative, Green Tales vede muoversi al suo interno professionisti del settore della progettazione e del design industriale, architetti, grafici e comunicatori. Di partenza Green Tales opera una ricerca sugli sviluppi e i possibili riutilizzi dei PFU (pneumatici fuori uso). È così che inizia la storia di un fab lab che si differenzia dagli altri che l’Italia sta vedendo nascere in questi ultimi mesi: Green Tales fa bussines e lo fa sul e per il territorio.
Al centro del progetto c’è la stampa a tre dimensioni attraverso designer interni che si occupano di sviluppare prototipi di oggetti pensati ad hoc per questo tipo di stampa ma anche, e soprattutto, offrendo service di stampa a tre dimensioni ad aziende che hanno bisogno di una produzione su piccola e media scala.
“Il nostro progetto – racconta Alessandro Fancelli – è anche il nostro principale lavoro, nel quale stiamo investendo energie e risorse economiche. La nostra idea di FabLab si discosta da quella canonica, officina di ricerca sperimentale, lontana dall’idea di bussiness e mercato. Il nostro progetto è di mettere in un circolo virtuoso professionalità ed esperienze diverse in modo da creare una serie di servizi per aziende diversificati e che risolvano necessità di diverso tipo”.
Il progetto Green Tales infatti non parla solo di stampa 3D. Attualmente il fab lab umbro dispone, oltre che di due stampanti 3D, di una macchina per il taglio ad acqua e di una fresa in attesa che arrivino anche due scanner 3D. A quel punto l’offerta del fab lab che, oltre ad un service di stampa 3D, alle aziende potrà fornire quello di scannerizzazione a tre dimensioni, sarà completa.
La vera innovazione, in realtà, è l’occasione di sviluppo che questi ragazzi stanno offrendo all’intero territorio. Fermi della convinzione che le idee, così come gli strumenti, debbano essere condivise, i creatori di Green Tales stanno sviluppando una rete, che non può che definirsi virtuosa, delle risorse che il territorio offre aumentando in questo modo le produzioni locali. La loro è una ricerca di tutti quei macchinari fermi, o poco utilizzati, vicini per inserirli, affittandoli al bisogno, nell’offerta.
“In questo modo – conclude Alessandro – il numero e la tipologia dei macchinari a nostra disposizione è superiore a quello che avremmo avuto agendo autonomamente, inoltre il profitto non sarà solo nostro ma anche di tutte quelle aziende che, altrimenti, non avrebbero lavorato”.
Un esempio che non può non farci domandare se davvero fare rete, partendo dal basso, non fosse il segreto per una ripresa dell’economia locale.
Lucrezia Sarnari da Wired.it