La Propagazione dei FabLab la spinta all’innnovazione della prototipazione in Italia bello che anche la Sardegna sia protagonista
Fab Lab, la creatività sposa la tecnologia
Un pool di tecnici fonda la prima “officina” in Gallura. Con la stampa 3D c’è la personalizzazione di ogni tipo di produzione
OLBIA. Anche Olbia entra nella “terza rivoluzione digitale”: quella della stampa in 3D, quella che potrebbe portare a un traguardo, non fantascientifico, per il quale a breve ognuno potrà costruirsi da solo ciò di cui ha bisogno. È nato ufficialmente ieri in città il primo Fab Lab del nord est sardo. Sta per Fabrication Laboratory e viene definito come un laboratorio nel quale bit e atomi si fondono per trasformare ingegno e creatività in oggetti di uso quotidiano. Nel quale le idee prendono forma per apportare miglioramenti significativi alla vita di tutti i giorni.
Quello delle officine creative è un concetto partorito dalle menti del Massachusetts Institute of technology per estendersi un po’ in tutto il mondo: l’obiettivo è il definitivo superamento dei confini tra l’informatica e le scienze fisiche e il raggiungimento di una vera e propria democratizzazione delle tecnologie più sofisticate. Una rivoluzione in cui chi ha idee innovative da proporre le può applicare grazie a una collaborazione di esperienze e conoscenze tecniche. «È un qualcosa che può toccare qualunque campo – spiega il presidente e fondatore, Antonio Burrai –, le applicazioni sono praticamente infinite». E mostra ciò che consente tutto questo: si chiama Arduino, una piccola scheda elettronica riprogrammabile, frutto dell’ingegno italiano. E un vaso di ceramica artistica creato con una stampante 3D. Un piccolo esempio di ciò che può fare questa tecnologica, che arriva ormai a produrre persino delle abitazioni.
Burrai, ingegnere strutturista, dice di aver avuto la folgorazione dopo aver visitato il Fab Lab di Roma: «È stato come vedere realizzato un sogno di bambino e ho voluto subito portarlo in Gallura». E messo insieme un gruppo di amici di differente formazione culturale e professionale, creando il quinto Fab Lab sardo che si aggiunge ai quattro già presenti nell’isola. Ingegneri strutturisti ed elettronici, architetti, designer, esperti di robotica, periti elettronici, avvocati e addetti al marketing e alla comunicazione, quasi tutti olbiesi, uniranno le loro professionalità per aprire le porte a tutti coloro i quali abbiano idee innovative da proporre e realizzare. O, semplicemente, a chi intenda imparare a realizzare, in totale autonomia, oggetti di uso comune, semplicemente con l’ausilio di un pc e una stampante. «Il mondo viaggia già su questo binario», avverte Burrai. Che racconta di come ha creato una… rotella per le tagliatelle sulle indicazioni dategli dalla zia che ne voleva una con determinate distanze tra le lame.
Con l’apporto di esperti e la collaborazione degli associati alla Cna Gallura e della Camera di Commercio di Sassari – che hanno da subito creduto al potenziale del progetto – sarà possibile avviare una serie di corsi e ricerche sull’introduzione del sistema di stampa tridimensionale nella vita di tutti i giorni e, soprattutto, nelle aziende artigiane operanti nel territorio: dalla ceramica al ferro, dalla plastica alla componentistica per la nautica. Fino al complemento d’arredo o alla creazione, ex novo e a costi irrisori, di una banale maniglia della porta di casa.
Fondamentale una fase di formazione per la conoscenza degli strumenti informatici, da utilizzare, con corsi per i quali sarà richiesta una piccola quota per coprire le spese vive. Fab Lab aprirà anche al sociale. «Grazie al Comune di Olbia, in particolare all’assessorato alle politiche giovanili diretto da Ivana Russu – dice Burrai –, il nostro progetto, entrando nelle scuole, potrà diventare anche oggetto di lotta alla dispersione scolastica. Siamo convinti che dietro giovani vivaci, spesso, si nascondano piccoli geni incompresi che, per un Fab Lab, sono vera e propria linfa vitale».
di Antonello Palmas lanuovasardegna.geolocal.it