Un consorzio di cinque aziende e centri di ricerca belgi, denominato AstroCardia, sta pianificando un esperimento scientifico unico: invieranno un cuore e un sistema circolatorio biostampati in 3D alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) nel 2025. Il progetto è guidato da Space Applications Services, SCK CEN (Centro Belga di Ricerca Nucleare), QbD Group, BIO INX e Antleron. L’obiettivo è approfondire la comprensione dei meccanismi sottostanti all’invecchiamento cardiaco.
Perché lo Spazio?
Secondo i responsabili di AstroCardia, l’ambiente spaziale accelera i processi di invecchiamento fino a 20 volte, fornendo un contesto ideale per studiare le malattie cardiache correlate all’età. “Il vantaggio di condurre questi esperimenti nello spazio è che ciò permette di accelerare la ricerca sull’invecchiamento cardiaco in modo significativo. La piattaforma di ricerca sarà completamente automatizzata e gestibile da remoto,” ha spiegato Hilde Stenuit, ricercatrice presso Space Applications Services.
Cuore su Chip
Data la difficoltà di studiare cuori umani viventi, AstroCardia si concentra su un “cuore su chip” in miniatura. Questo dispositivo è un chip di dimensioni millimetriche che ospita cellule del muscolo cardiaco create da una combinazione di biomateriali e cellule staminali. Una volta mature, queste cellule iniziano a battere, replicando un modello cardiaco umano noto come organoide cardiaco.
Test Futuri e Applicazioni
Il cuore su chip sarà lanciato nello spazio nel 2025 per un esperimento di sei settimane. Dopo il ritorno sulla Terra, verrà sottoposto a un’analisi dettagliata da parte dei ricercatori di QbD e del SCK CEN. “Questa tecnica rivoluzionaria potrebbe rappresentare un avanzamento significativo nella medicina personalizzata. Non solo permette di studiare in modo più preciso le malattie cardiache, ma anche di testare nuovi farmaci utilizzando le cellule staminali del paziente,” ha affermato il Dr. Kevin Tabury, esperto di radiobiologia del SCK CEN.
Collaborazione e Tecnologia
La realizzazione di questo cuore su chip richiede una precisione micrometrica e materiali altamente specializzati. “Le cellule staminali sono i ‘mattoni’ e il bioinchiostro la ‘malta’. Il bioinchiostro è un gel che rende le cellule stampabili e in cui possono sopravvivere,” ha detto Jasper van Hoorick, CEO di BIO INX.
Martijn Reniers, CIO di QbD, ha concluso: “Questo progetto è una visione del futuro. Affronta i problemi di salute che la società dovrà inevitabilmente affrontare, e ha il potenziale di beneficiare non solo i pazienti affetti da malattie cardiache, ma anche gli astronauti che esploreranno lo spazio esterno.”