La Sperimentazione dei Contenitori di Esplosivi Stampati in 3D nell’Esercito Americano
L’Esercito degli Stati Uniti sta esplorando nuove frontiere nella ricerca di soluzioni per rendere gli esplosivi più efficaci, sicuri, convenienti, facili da trasportare e adattabili alle diverse esigenze operative. Questo compito è affidato ai genieri da combattimento, i quali affrontano sfide e superano ostacoli utilizzando una vasta gamma di tecniche, compresi gli esplosivi. Una delle innovazioni che sta emergendo in questo contesto è l’applicazione della tecnologia di stampa 3D.
Jon Toth, uno specialista di addestramento presso il Counter Explosive Hazards Center (CEHC) e soldato del 102°, ha spiegato come sia nata questa ricerca: “Inizialmente, EagleWerx ha testato i propri progetti stampati in 3D e ha presentato i risultati alla US Army Engineer School. In seguito a questa presentazione, il CEHC è stato incaricato di valutare se i progetti di stampa 3D in corso potessero migliorare l’efficacia degli esplosivi nei nostri progetti operativi”.
I test condotti hanno coinvolto quasi 20 diversi contenitori stampati in 3D, e i risultati sono stati misurati in termini di ampiezza e profondità delle esplosioni.
Justin Fanatia, specialista di formazione presso il CEHC, ha evidenziato i vantaggi di questa ricerca: “Questo approccio rappresenta un moltiplicatore di forza. Mentre l’Esercito ha tradizionalmente utilizzato cariche esplosive predefinite o è stato limitato da un numero fisso di opzioni progettuali, il nostro contesto operativo è in continua evoluzione. Non possiamo più affidarci solo a forniture logistiche preconfezionate. Dobbiamo essere in grado di adattare gli esplosivi alle specifiche esigenze del campo di battaglia. L’obiettivo principale è rendere tutto più sicuro e aumentare la flessibilità operativa. In fondo, stiamo cercando di rendere i soldati più intelligenti e capaci di affrontare una vasta gamma di situazioni”.
I partecipanti al corso, già esperti nella manipolazione di esplosivi, hanno beneficiato dell’introduzione di tecniche avanzate.
Jon Toth ha spiegato il focus dell’addestramento: “Ci concentriamo su come pensare anziché su cosa pensare, dando loro una base teorica solida che possono applicare in molteplici modi. Un altro vantaggio di svolgere questo addestramento presso una scuola è che molte strutture dell’Esercito statunitense dispongono di laboratori di innovazione e stampa 3D. Ciò significa che quando vedono le idee sviluppate dal CEHC in collaborazione con le unità di formazione, possono tornare a queste strutture con idee concrete su come sfruttare appieno tali laboratori”.
Il Sergente di Prima Classe Anthony Cotter, uno dei cinque istruttori di ingegneri da combattimento del 102° presenti durante i test, ha evidenziato l’obiettivo finale: “Il nostro approccio segue la tassonomia di Bloom, che va dalla comprensione alla creazione. Vogliamo che i nostri soldati possano applicare autonomamente le loro conoscenze sul campo di battaglia in qualsiasi situazione, senza dover dipendere esclusivamente dai comandanti. Questo è il nostro obiettivo”.
Jon Toth ha concluso: “Continueremo a testare ulteriori effetti esplosivi per confermare che quanto ottenuto nei poligoni di tiro possa essere replicato su più larga scala in operazioni militari effettive. L’obiettivo finale è sviluppare una base di cariche esplosive che possa essere utilizzata in qualsiasi campo di battaglia futuro”.