Bundeswehr e stampa 3D: milioni spesi senza i diritti di produzione

Un recente rapporto degli auditor interni del governo tedesco mette in luce un paradosso nella strategia della Bundeswehr: l’esercito federale ha investito oltre 3 milioni di dollari nell’acquisto di circa 33 stampanti 3D negli ultimi tre anni, pianificando ulteriori spese per più di 15 milioni entro il 2027, pur non disponendo dei dati di progettazione né dei diritti di fabbricazione per la maggior parte dei pezzi di ricambio necessari. Il banco di prova di questa iniziativa è rappresentato da un deposito centrale che conserva soltanto dieci progetti di componenti pronti per la stampa, un numero che non incide in modo significativo sulle esigenze quotidiane di un corpo armato con sistemi di armamenti e veicoli spesso datati.

Obiettivi e lacune nell’implementazione
Nel 2021 il Ministero della Difesa tedesco ha inserito la stampa 3D tra le tecnologie cardine per migliorare la prontezza operativa della Bundeswehr, puntando a un’adozione completa entro il 2030. Nonostante questa visione strategica, il report evidenzia l’assenza di indicatori di performance, piani di lavoro o scadenze dettagliate. Mancano anche responsabilità assegnate a uffici o reparti specifici, condizione che ha trasformato l’investimento in un’“iniziativa priva di metriche misurabili” secondo gli auditor.

Esempi di utilizzo e benefici reali
Al di là dei numeri poco incoraggianti, la sperimentazione della stampa 3D ha comunque prodotto qualche risultato pratico: in un’occasione la Bundeswehr ha stampato un componente per una nave navale, evitando la sostituzione dell’intero assemblaggio. Tuttavia, quell’intervento ha soltanto alleggerito marginalmente la logistica del cantiere, mentre il totale delle parti realizzate rimane “insignificante” rispetto alle necessità operative quotidiane.

Confronto con il modello statunitense
Sul fronte americano, il Dipartimento della Difesa (DoD) ha emanato direttive simili nella stessa settimana, invitando i contratti esistenti e futuri a includere clausole di “right-to-repair”. Questa tendenza suggerisce che, a livello globale, la stampa 3D rappresenta un tassello per aumentare l’autosufficienza delle forze armate, a condizione di ottenere da fornitori e costruttori le geometrie digitali e le specifiche di processo necessarie per produrre internamente i pezzi di ricambio.

Raccomandazioni degli auditor
Il documento stilato dagli ispettori del governo federale indica come prioritaria l’introduzione di requisiti contrattuali volti a garantire, sin dalla fase di acquisizione di nuovi armamenti, la consegna dei file CAD e delle istruzioni di stampa. Solo così la Bundeswehr potrà sfruttare appieno l’investimento nelle stampanti, trasformandole in uno strumento di risparmio economico e di rapidità nella manutenzione.

Ripercussioni e prospettive
La vicenda tedesca conferma che la mera dotazione di tecnologia non basta: serve un’architettura organizzativa, giuridica e logistica in grado di gestire i dati di progettazione, proteggere la proprietà intellettuale e programmare l’uso efficace delle macchine. In assenza di questi presupposti, persino un settore avanzato come quello della stampa 3D rischia di generare costi elevati senza produrre benefici tangibili.

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Di Fantasy

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