Formazione pratica su robotica spaziale all’ESTEC
All’European Space Research and Technology Centre (ESTEC) dell’Agenzia Spaziale Europea, un gruppo di trenta studenti universitari ha partecipato a un workshop di quattro giorni organizzato dall’ESA Academy. L’iniziativa, ospitata in due turni—dal 20 al 23 maggio e dal 22 al 25 luglio 2025—ha offerto ai partecipanti la possibilità di assemblare un esemplare in scala ridotta dell’ExoMy, il rover da 40 centimetri progettato come omaggio al Rosalind Franklin che arriverà su Marte nel 2028. Le componenti del veicolo, interamente prodotte con stampa 3D, sono state fornite già pronte, mentre i giovani ingegneri hanno approfondito gli algoritmi per il controllo dei motori, dei sensori e dei sistemi di navigazione autonoma grazie a un crash course sui linguaggi di programmazione Python e ROS.
Architettura dell’ExoMy e obiettivi sperimentali
L’ExoMy replica in miniatura la configurazione meccanica e sensoriale del modello definitivo: sospensioni a quattro ruote indipendenti, telecamere stereoscopiche e sensore LiDAR per la mappatura tridimensionale del terreno. Al termine delle sessioni teoriche, gli studenti hanno messo alla prova il rover in un’arena progettata per riprodurre le condizioni marziane, sfidandolo a individuare autonomamente una sfera di colore blu nascosta tra ostacoli rocciosi. L’esercizio ha simulato il ritardo di comunicazione fra Terra e Marte, variabile tra quattro e venti minuti, per insegnare a calibrare i sistemi di pianificazione dei movimenti e di decision-making distribuito.
Open source e coinvolgimento della comunità
Fin dal lancio del progetto ExoMy alla fine del 2020, l’ESA ha messo a disposizione di appassionati e maker le istruzioni di montaggio e il software di controllo su GitHub, proponendo un budget di 600 dollari e un arco temporale di quindici giorni per replicare il rover con stampanti FDM comuni. Questa scelta ha favorito la diffusione di prototipi didattici in università e laboratori indipendenti, favorendo la nascita di una community internazionale in cui condividere soluzioni a problemi di elettronica, calibrazione dei sensori e integrazione meccatronica.
Confronto con iniziative analoghe
Un modello di successo a lungo termine nel coinvolgimento degli studenti è la CubeSat Launch Initiative della NASA, avviata nel 2011 per promuovere l’ideazione di piccoli satelliti da parte di istituti di ricerca e scuole. Grazie alle opportunità di volo offerte sui razzi di lancio commerciali e governativi, centinaia di squadre hanno potuto sperimentare tutte le fasi di un programma spaziale: dal design del payload alla qualificazione ambientale fino all’operatività in orbita. L’ExoMy Workshop si inserisce in questo filone didattico, ma con un focus sulla robotica mobile e sulle sfide dell’autonomia in ambienti estremi.
Prospettive di mercato per la robotica spaziale
Il settore dei veicoli planetari presenta margini di crescita paragonabili a quelli previsti per i componenti satellitari. Secondo ricerche di Emergen Research, il mercato globale delle parti per satelliti stampate in 3D verrà valutato oltre 1 miliardo di dollari entro il 2033, con un tasso annuo composto vicino al 28 %. Una stima di AM Research suggerisce che, entro lo stesso anno, più della metà delle parti metalliche utilizzate nei satelliti potrà essere prodotta con tecnologie additive, moltiplicando per quattro la quota attuale di hardware dedicato a questi programmi. Una domanda crescente di rover e droni spaziali destinati all’esplorazione planetaria farà crescere altrettanto il mercato della robotica 3D, stimolando investimenti in ricerca su materiali resistenti alle radiazioni e nuove architetture modulari.
Sviluppo delle competenze e ricadute industriali
Un elemento chiave per trarre vantaggio da questa espansione è la formazione di una forza lavoro versatile. Il workshop dell’ESA ha dimostrato che percorsi strutturati, ma orientati all’esperienza diretta, accelerano l’apprendimento di discipline trasversali come l’integrazione di sensori, la simulazione dinamica e il controllo distribuito. Le aziende del settore, dalle startup di robotica orbitale fino ai contractor per missioni planetarie, saranno in grado di attingere a un bacino di talenti già operativi su piattaforme hardware open source, riducendo i tempi di prototipazione e i costi di formazione interna.
