Il Manufacturing Technology Centre (MTC) di Coventry ha accolto HP Inc. come nuovo membro Tier 2, con un accordo focalizzato sulla produzione additiva in metallo tramite tecnologia Metal Binder Jetting (MBJ). Il programma è ospitato all’interno del National Centre for Additive Manufacturing (NCAM), la struttura dell’MTC dedicata alla manifattura additiva, e nasce con l’obiettivo di portare il binder jetting da una fase di dimostrazione a una vera produzione in serie per l’industria britannica.
La partnership prevede la creazione di un centro collaborativo aperto in cui aziende, università e centri di ricerca possano accedere a impianti, competenze e casi applicativi per valutare in modo concreto l’adozione del Metal Binder Jetting in supply chain esistenti e in nuovi modelli produttivi. Secondo MTC, l’intento è consolidare un “open-door policy” che permetta anche alle PMI di sperimentare la tecnologia senza dover sostenere da subito investimenti elevati in macchinari.
Metal Binder Jetting: dal prototipo alla produzione in serie
Al centro dell’accordo tra MTC e HP c’è il Metal Binder Jetting, la stessa famiglia di processo su cui si basa la piattaforma HP Metal Jet S100. In MBJ uno strato di polvere metallica viene distribuito su un letto; testine a getto depositano un legante liquido selettivo creando un “pezzo verde”, che viene poi debindato e sinterizzato in forno per raggiungere la densità e le proprietà finali.
La separazione tra fase di stampa e trattamento termico permette di scalare su volumi medi e alti, usando forni e flussi termici ottimizzati per lotti di molte parti. Il focus non è solo sulla velocità, ma sulla ripetibilità di geometrie complesse, sulla riduzione del costo per pezzo e sulla compatibilità con materiali “difficili” da lavorare con altri processi, come certe leghe resistenti alla corrosione o alle alte temperature.
Per HP, la collaborazione con MTC si inserisce in una strategia più ampia: costruire un ecosistema di partner su Metal Jet (fornitori di polveri, service, utilizzatori finali) che vada oltre i singoli casi pilota e avvicini la tecnologia a una produzione industriale continua.
NCAM come nodo nazionale per la manifattura additiva
Il programma con HP si appoggia alle infrastrutture del National Centre for Additive Manufacturing (NCAM), già da anni punto di riferimento per attività su powder bed fusion, polimeri avanzati e prime piattaforme di binder jetting installate nel Regno Unito. NCAM opera come hub nazionale:
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supporta grandi OEM e supply chain aerospaziali, automotive, difesa ed energia;
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affianca PMI e fornitori nella qualifica di processi e materiali, dalla progettazione alla validazione;
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collabora con università e centri come University of Sheffield, Brunel University, Lucideon, Alloyed, Qdot Technology e Atomik AM su progetti che vanno dai materiali avanzati ai sistemi di raffreddamento complessi. In questo contesto, il centro MBJ con HP offre una piattaforma condivisa dove testare:
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design for binder jetting (spessori, fori, canali interni, supporto in sinterizzazione);
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strategie di nesting in forno e controllo deformazioni;
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requisiti di qualità e ispezione per settori regolamentati (aerospazio, difesa, medicale, oil & gas).
La strategia della Difesa britannica: l’AM come leva strutturale
La collaborazione MTC-HP si innesta su una cornice politica in cui il Ministero della Difesa del Regno Unito (MOD) ha pubblicato la sua prima Defence Advanced Manufacturing Strategy, documento che riconosce la produzione additiva come elemento chiave della pianificazione militare di lungo periodo.
Nel quadro strategico:
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la stampa 3D viene vista come strumento per rafforzare la resilienza della supply chain, ridurre l’obsolescenza e accorciare i tempi di risposta sul campo;
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si punta a integrare l’AM nei progetti futuri di piattaforme e sistemi, non solo come retrofit;
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un’analisi del Defence Innovation Unit (DIU) stima che produrre via AM il 15% dell’inventario difesa potrebbe generare risparmi di circa 110 milioni di sterline in 15 anni, con potenziale aumento annuo dei risparmi a circa 35,5 milioni di sterline.
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Queste cifre danno un’idea dell’orizzonte con cui il governo guarda alla produzione additiva: non come progetto isolato ma come infrastruttura industriale che richiede standard, capacità diffuse e centri tecnici in grado di accompagnare industria e amministrazione pubblica.
Il pacchetto da 250 milioni di sterline per l’aerospazio verde
Un altro tassello è il pacchetto da 250 milioni di sterline per progetti aerospaziali “green”, annunciato in occasione del Paris Air Show 2025. All’interno di questo programma, una quota consistente – 48,5 milioni di sterline – è dedicata a progetti basati sulla produzione additiva
Due iniziative spiccano in modo particolare:
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DecSAM (Digitally Enabled Competitive and Sustainable Additive Manufacturing), guidato da Airbus, con 38 milioni di sterline di finanziamento.
L’obiettivo è industrializzare la Laser Powder Bed Fusion (LPBF) per l’aerospazio civile, riducendo costi, tempi e impatto ambientale lungo l’intera catena del valore. Si lavora su efficienza energetica, riuso di polvere, progettazione per la leggerezza e validazione su componenti aeronautici su larga scala. -
ISLAA (Integrated System Level Aerostructures Assembly), guidato da GKN Aerospace, con 10,5 milioni di sterline stanziati per sviluppare produzione additiva su larga scala tramite Laser Metal Deposition by wire (LMD-w).
Il progetto mira a ridurre i costi e i tempi di produzione dei grandi componenti strutturali, sfruttando depositi di materiale a filo che riducono gli sprechi e favoriscono la riparazione o il “build-up” su strutture esistenti.
Questi programmi mostrano come il Regno Unito stia cercando di coprire più tecnologie additive – LPBF, LMD-w, binder jetting – con approcci coordinati su materiali, processi, digitalizzazione e sostenibilità.
Che cosa cambia per l’ecosistema AM britannico
La decisione di HP Inc. di entrare come membro Tier 2 dell’MTC e di concentrare il lavoro sul Metal Binder Jetting va letta alla luce di questo scenario:
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MTC/NCAM offrono un punto di accesso neutrale dove OEM, tier-one, PMI e service possono valutare MBJ senza legarsi subito a un singolo modello di implementazione;
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la presenza di progetti nazionali in difesa e aerospazio crea domanda potenziale di componenti in metallo prodotti in modo più flessibile, anche per parti di ricambio e retrofit;
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poli come MTC possono contribuire alla standardizzazione dei flussi di dati, dei parametri di processo e dei criteri di qualifica, in sinergia con attività internazionali su standard e data package per la produzione additiva.
Per l’industria britannica – in particolare per chi opera in settori regolamentati – questa collaborazione offre la possibilità di passare da sperimentazioni isolate a programmi strutturati di adozione, basati su:
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casi d’uso dimostrativi condivisi,
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linee guida tecniche e business case,
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percorsi di formazione su progettazione, materiali e qualità per Metal Binder Jetting.
