L’investimento per potenziare l’additive manufacturing in Australia
Il governo australiano ha stanziato 58 milioni di dollari australiani per costituire l’Additive Manufacturing Cooperative Research Centre (AMCRC), parte di un programma di investimenti complessivi pari a 271 milioni dispiegati nell’arco di sette anni. Questo centro di ricerca, sostenuto anche da contributi statali e privati, ha l’obiettivo di rafforzare il settore manifatturiero nazionale attraverso l’adozione su larga scala delle tecnologie di produzione additiva, migliorando efficienza, flessibilità e sostenibilità dei processi industriali.

Un’ampia rete di collaborazioni
All’interno dell’AMCRC sono coinvolti 101 partner: figurano aziende di primo piano come Boeing Aerostructures Australia, oltre a oltre settanta piccole e medie imprese che operano in nicchie specializzate dell’AM. Il centro annovera inoltre il contributo di tre associazioni di categoria, tredici università distribuite in tutti gli stati del Paese e il CSIRO, l’ente nazionale per la ricerca scientifica. Questa comunità di competenze punta a far dialogare mondo accademico, industria e istituzioni, favorendo il trasferimento delle innovazioni dal laboratorio alla catena di montaggio.

Obiettivi tecnologici e ambiti di applicazione
Le attività dell’AMCRC si concentreranno su metodi avanzati di stampa 3D a metallo e polimeri per settori strategici: difesa, aerospaziale, sanitario, automobilistico e costruzioni. I progetti spaziano dallo sviluppo di nuovi materiali ad alte prestazioni fino all’ottimizzazione delle stampanti per produzioni in serie. Il fine è ridurre i tempi di approvvigionamento, abbattere gli scarti di materiale e creare componenti con geometrie che i processi tradizionali non possono riprodurre.

Formazione di una forza lavoro specializzata
Il successo di una strategia fondata sull’AM passa attraverso la disponibilità di tecnici e ingegneri qualificati. Per questo l’AMCRC promuoverà programmi di dottorato industriali, borse di studio triennali e corsi di formazione professionale in collaborazione con AMTIL (Additive Manufacturing Technologies Innovation Lab). Grazie al coinvolgimento delle università e al sostegno di Lorraine Maxwell, CEO di AMTIL e direttrice dell’AMCRC, gli studenti avranno accesso a laboratori attrezzati e tirocini presso le aziende partner, alimentando un bacino di figure pronte a guidare l’innovazione.

Impegno verso l’economia a impatto zero
Tra gli obiettivi nazionali identificati figurano l’aumento dell’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di CO₂ lungo l’intera filiera produttiva. L’AMCRC punta a integrare tecniche di stampa 3D con principi di economia circolare, favorendo il riciclo dei materiali e l’impiego di leghe a basso impatto ambientale. Il coordinamento del CSIRO garantirà che le soluzioni sviluppate siano compatibili con le politiche di transizione verso un’economia a emissioni nette pari a zero.

Allineamenti internazionali e prospettive future
L’iniziativa australiana segue analoghe mosse di Germania e Regno Unito, dove i nuovi governi hanno incluso la stampa 3D tra le tecnologie chiave per la modernizzazione industriale. Le esperienze di network come Mobility goes Additive, con membri quali 3D Systems, BigRep e Materialise, offrono spunti per condividere standard e best practice a livello globale. Guardando al futuro, l’AMCRC ambisce non solo a elevare il profilo dell’additive manufacturing in patria, ma anche a inserirsi nelle reti internazionali, promuovendo collaborazioni e esportando tecnologie australiane.

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Di Fantasy

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