Prima che vi preoccupiate sono solo copie
Fasotec, l’azienda giapponese che stampa organi umani e feti in 3D
CHIBA _ Un servizio di modellistica biologica tridimensionale che replica organi umani attraverso stampanti 3D, per consentire al chirurgo di fare training in modo davvero realistico (su un organo delle stesse dimensioni, caratteristiche ed eventuali imperfezioni da
malattia di quello del paziente) prima di operare. E un servizio in prima mondiale – chiamato “Shape of an Angel “ – che stampa in 3D il feto ancora nella pancia delle donne incinte: per motivi medici, ma c’è già stata chi ha chiesto di poter tenere in braccio il figlio non ancora nato!
Sono esempi dell’attività di Fasotec, una azienda di engineering di Chiba, nei pressi di Tokyo, specializzata nel fornire ai clienti numerose applicazioni delle tecnologie tridimensionali. Negli ultimi tre anni la società ha deciso di espandersi dai servizi per l’industria manifatturiera al settore medicale, creando un Medical Engineering Center. Elaborando dati CT (tomografia computerizzata) e MRI (imaging da risonanza magnetica), la tecnologia di Fasotec consente di replicare gli organi del singolo paziente non solo in dimensioni e volumi, ma anche in consistenza e apparenza: ai modelli “Dry” da quest’anno si sono aggiunti modelli “Wet”, che anche al tatto appaiono equivalenti all’organo umano.
La tecnologia “Biotexture” è stata accettata da varie istituzioni ospedaliere e di ricerca medica, che collaborano con l’azienda per ulteriori miglioramenti. Va da sé che i “modelli” possono essere utilizzati anche a fini esplicativi e di informazione ai pazienti, oltre che per il training di medici (umani) e di attrezzature robotiche per la chirurgia. Il “Biotexture training system” consente infatti a medici e robot di simulare operazioni chirurgiche in un ambiente davvero “lifelike”.
“Nel giro di un anno saremo pronti a esportare i nostri servizi all’estero, spero anche in Europa”, afferma il chief executive Junichi Takeuchi, in parte comproprietario dell’azienda non quotata controllata dalla famiglia Shimada (oltre 200 dipendenti in totale, compresa una sussidiaria in Cina). Se il settore medicale avrà grande successo e ci sarà bisogno di rilevanti investimenti, aggiunge il Ceo, una delle opzioni sarà lo sbarco in Borsa.
Anche in Giappone, insomma, sono numerose le piccole e medie imprese dinamiche che hanno sviluppato tecnologie avanzate e stanno pensando di fare un salto di qualità internazionale.
Stefano Carrer da ilsole24ore.com