Progetto XSENSE: artisti giapponesi stampano in 3D protesi ispirate a Deus Ex
Stampare in 3D sarà sempre di più parte del nostro futuro visto che attualmente, ciò che tempo fa ci sembrava fantascienze è ora realtà e sono sempre di più i possessori di questa straordinaria tecnologia.
L’utilizzo delle stampanti 3D, inizialmente pensato al solo fine professionale, potrebbe però avere impensabili applicazioni ulteriori nella possibilità di stampare delle protesi funzionanti ma anche personalizzabili dal punto di vista estetico.
Questo è proprio ciò che hanno realizzato due artisti giapponesi Yoshinori Sakamaki (disegno e progettazione) e Taketo Kobayashi (fase di stampa in 3D), con il progetto “XSENSE”.
L’idea ha come motto la frase “molto più che umano”, ed è volta alla produzione di protesi utilizzabili e funzionali con un lato artistico, in modo tale da trasformare la perdita di un arto in un’esperienza positiva in grado di rafforzare l’identità di chi le indossa con qualcosa di esteticamente fuori dal comune.
“Vorremmo cambiare l’idea della disabilità stessa. Se con una protesi diventi qualcosa di molto più che umano, allora la tua disabilità potrebbe anche scomparire o addirittura trasformarsi in una abilità”. Queste le loro dichiarazioni.
Fonte d’ispirazione sono ovviamente i più recenti videogiochi (oltre alla cultura giapponese) come dimostrano i progetti finora pubblicati; le protesi realizzate richiamano quelle indossate dal protagonista di Deus Ex.
Dopo i primi lavori i due artisti hanno concordato che i successivi passi saranno rivolti alla creazione di un involucro esterno da attaccare alla protesi già presente, in questo modo sarà più pratico, più facile, sicuro e veloce da riprodurre.
Per avere un aiuto nella realizzazione di questi lavori i due artisti hanno inoltre stretto diverse collaborazioni, tra cui con alcuni istituti di ricerca di Tokyo e con esperti nella creazione di protesi artificiale visto che, oltre ad essere bella esteticamente, una protesi deve essere sicura e funzionale.
Perdere un arto è sicuramente un’esperienza dolorosa e difficile da superare, ci auguriamo che il lavoro di questi artisti possa continuare per dare un aiuto a tutte le persone che dovranno affrontare la strada per il recupero.
-da Irene Podestà da videogiochi.com