Un progetto che unisce tecnologia e natura
Nei porti della Danimarca si sta sperimentando un approccio inedito per restituire vita agli ecosistemi marini: moduli artificiali stampati in 3D che fungono da rifugi per pesci e altri organismi. A renderlo possibile è la collaborazione tra COBOD, azienda nota per le sue soluzioni di stampa 3D nel settore delle costruzioni, e StoneReefs, una realtà che ha deciso di affrontare il problema della perdita di biodiversità nei porti.

L’impatto delle infrastrutture portuali sugli ecosistemi
I porti moderni sono strutturati per garantire sicurezza ed efficienza nelle manovre di attracco. Le pareti verticali in acciaio che rivestono i moli sono robuste e funzionali, ma al tempo stesso creano ambienti inospitali: superfici lisce e prive di irregolarità che impediscono la formazione di habitat naturali. Per organismi come alghe, mitili o piccoli pesci, non esistono zone di ancoraggio o rifugi.

Moduli stampati in 3D: habitat a misura di porto
Attraverso la stampante BOD2 di COBOD, StoneReefs ha prodotto elementi in calcestruzzo che vengono montati direttamente sulle pareti portuali. La peculiarità sta nella texture superficiale: strati, cavità e scanalature che riproducono la complessità di un fondale naturale. Queste geometrie offrono microhabitat perfetti per l’insediamento di larve, crostacei e piccoli pesci. In pochi mesi dall’installazione sono stati osservati i primi risultati concreti: alghe, cozze e piccoli banchi di pesci hanno colonizzato i moduli, mentre in alcuni porti, come quello di Fredericia, sono tornate specie più grandi come merluzzi ed anguille.

Materiali locali e sostenibili
Un altro elemento chiave è l’attenzione all’impatto ambientale dei materiali. I moduli non sono realizzati con calcestruzzo tradizionale, ma con una miscela che include cemento a ridotte emissioni di CO₂, aggregati provenienti dal territorio e gusci di mitili frantumati. Questa scelta non solo riduce l’impronta ecologica, ma favorisce anche l’attecchimento delle larve, accelerando il processo di colonizzazione biologica.

Vantaggi della stampa 3D nel settore marino
Secondo Mikkel Brich, CEO di 3DCP Group e StoneReefs, la stampa 3D permette di migliorare la biodiversità senza interferire con le attività quotidiane del porto. I moduli vengono realizzati per adattarsi con precisione alla geometria delle banchine, evitando qualsiasi ostacolo alle operazioni. Allo stesso tempo, offrono la complessità morfologica necessaria a ospitare la vita marina. Henrik Lund-Nielsen, fondatore di COBOD, ha sottolineato come questo progetto dimostri la flessibilità della tecnologia di stampa 3D: libertà di design, compatibilità con diversi materiali e possibilità di produzione su larga scala.

Una prospettiva più ampia
Questa esperienza non è solo un caso locale, ma apre la strada a nuove applicazioni in ambito marino e offshore. L’idea di usare la stampa 3D per coniugare esigenze industriali e salvaguardia della natura può essere replicata in molti altri contesti, dove infrastrutture e ambiente devono convivere.


 

Tabella riassuntiva

AspettoDettagli
TecnologiaStampa 3D con BOD2 di COBOD
PartnerStoneReefs
ProblemaPareti portuali verticali ostili alla vita marina
SoluzioneModuli in calcestruzzo con cavità, scanalature e superfici testurizzate
MaterialiCemento a basse emissioni, aggregati locali, gusci di mitili frantumati
Risultati osservatiRitorno di alghe, mitili, piccoli pesci; in alcuni porti merluzzi ed anguille
VantaggiCosti ridotti, adattabilità ai moli, ripristino rapido della biodiversità
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Di Fantasy

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