Due architetture, un’unica “base” computazionale
LEAP 71 ha eseguito test di accensione (hot-fire) su due motori a razzo da 20 kN alimentati a metano criogenico e ossigeno liquido (methalox): un propulsore con ugello tradizionale bell nozzle e un aerospike a scala piena. L’elemento comune non è la geometria — molto diversa — ma il metodo: entrambi i motori sono stati generati dal modello computazionale Noyron Large Computational Engineering Model, che integra fisica, vincoli ingegneristici e producibilità per arrivare rapidamente a una configurazione pronta per la fabbricazione.
Dalla specifica alla “prima fiamma” in meno di tre settimane
Secondo quanto riportato, i due motori sarebbero passati dalla definizione dei requisiti al primo test in meno di tre settimane, un indicatore che LEAP 71 usa per descrivere la compressione dei cicli di iterazione resa possibile dall’approccio “computational engineering”. In parallelo, l’azienda sottolinea che i dati raccolti in prova vengono reintrodotti nel modello per affinare le previsioni su pressioni, temperature e transitori di accensione/spegnimento.
Produzione additiva in lega di rame ad alta temperatura e ruolo di Aconity3D
Entrambi i motori sono stati stampati in CuCrZr (lega di rame-cromo-zirconio), materiale usato spesso quando servono alta conducibilità termica e gestione aggressiva dei carichi termici, tipici delle camere di combustione e dei canali di raffreddamento nei razzi. Per la fabbricazione LEAP 71 indica Aconity3D come partner per la stampa dei componenti in lega di rame.
Risultati di prova: pressione di camera, efficienza di combustione e criticità di avvio
Nei test, l’aerospike avrebbe raggiunto 50 bar di pressione di camera ma sarebbe stato limitato a una singola accensione a causa di problemi durante i transitori di avvio (startup). Il motore bell nozzle, invece, avrebbe raggiunto lo stato stazionario alla pressione e spinta nominali, con un valore riportato di oltre il 93% di efficienza di combustione, contribuendo alla validazione delle assunzioni fisiche del modello e della finestra operativa prevista.
Perché l’aerospike interessa ancora: compensazione di quota e difficoltà pratiche
L’aerospike è spesso citato come ugello “a compensazione di quota”: l’espansione del getto si adatta meglio al variare della pressione ambiente rispetto a molti ugelli convenzionali ottimizzati per una quota specifica, con potenziali vantaggi di efficienza lungo profili di volo ampi e in condizioni di throttling profondo. Storicamente, però, le difficoltà sono state soprattutto raffreddamento, complessità costruttiva e massa, aspetti che rendono la stampa 3D metallica (con geometrie interne di raffreddamento) una via interessante ma non risolutiva da sola.
Continuità con i test precedenti e prossimi passi dichiarati
LEAP 71 collega questa campagna a un percorso di test già avviato: nel dicembre 2024 l’azienda aveva comunicato l’hot-fire di un aerospike a spinta inferiore, e nel 2025 diversi resoconti di settore hanno seguito l’evoluzione dei prototipi generati con Noyron e prodotti tramite partner di stampa. Dopo la campagna sui 20 kN, l’attenzione dichiarata si sposta sul miglioramento dei sistemi di accensione e sulla gestione dei transitori, in particolare per l’aerospike, per aumentare ripetibilità e margini operativi.
Scalabilità: dal banco prova a classi di spinta più grandi
Nel comunicato LEAP 71 indica che i 20 kN rappresentano un passo intermedio verso classi di spinta superiori, citando attività in corso su design più grandi (nell’ordine delle centinaia di kN e oltre) e l’uso di sistemi di stampa metallica di grande formato. In questo schema, i test “fisici” non sono un’aggiunta accessoria ma il meccanismo con cui la parte computazionale viene tarata e resa più affidabile al crescere della taglia e della complessità.
