Gli utenti Prusa amano documentare i loro print job con video timelapse. Finora, per pilotare una fotocamera esterna, si ricorreva a collegamenti manuali ai pin della scheda madre o a soluzioni fai-da-te talvolta instabili. Il nuovo GPIO Hackerboard opzionale di Prusa amplia l’I/O dei modelli Prusa MK4/S e Prusa CORE One, permettendo di inviare segnali a dispositivi esterni — incluse fotocamere DSLR o mirrorless — tramite comandi incorporati nel G-code. Il risultato è un flusso più pulito per la cattura automatica di sequenze immagine strato-per-strato. 

Come funziona la scheda

La scheda comunica con la stampante via bus I2C, evitando cablaggi volanti delicati (DuPont) sulla mainboard. Offre otto pin I/O riconfigurabili per emettere segnali di trigger (chiusura di contatto, impulsi digitali, ecc.) verso hardware esterno. La configurazione degli eventi (per esempio: “dopo ogni cambio layer, sposta testina, attiva pin, attendi X ms”) viene gestita in PrusaSlicer inserendo righe di Custom G-code nei punti desiderati della sequenza di stampa.  

Timelapse passo-passo

Un flusso tipico: la testina si ritrae lateralmente per liberare l’inquadratura; il G-code attiva un pin del GPIO Hackerboard; il segnale scatta la foto; la stampa riprende dopo un breve dwell per evitare vibrazioni. Il metodo è applicabile tanto a fotocamere con jack da 2,5 mm (interfacciabile con cavo remoto standard) quanto a sistemi wireless adattati (modding IR o Bluetooth).  

Integrazione con fotocamere cablate e wireless

Per chi vuole qualità d’immagine superiore, collegare una DSLR/mirrorless via jack 2,5 mm è la via più diretta. Chi preferisce l’assenza di cavi può adattare telecomandi IR o sviluppare piccole interfacce su ESP32, che riceve il segnale GPIO e trasmette un comando Bluetooth allo smartphone (o altro device di cattura). Il firmware ESP32 è caricabile via Arduino IDE, lasciando spazio a personalizzazioni (ritardi, multi-shot bracketing, sequenze HDR).  

Post-produzione: dall’immagine al video

Le sequenze immagine prodotte layer-by-layer possono essere montate in software NLE come DaVinci Resolve, purché la nomenclatura file sia coerente (numero progressivo, stesso formato). Una pipeline ordinata consente automazioni batch (import sequenza, frame rate definito, color correction).  

Considerazioni su qualità di stampa

L’inserimento di pause o movimenti extra può influire su estrusione e coesione tra layer se le temperature scendono o se il nozzle “gocciola”. Bisogna bilanciare il tempo di dwell per lo scatto e la necessità di mantenere stabile il filamento fuso. Per stampe sensibili (bridge sottili, materiali ad alta viscosità) conviene limitare la frequenza degli scatti (per esempio ogni n layer) o usare timelapse basati su vibration-tolerant repositioningSuggerimenti pratici aggiuntivi

  1. Test del cablaggio a vuoto: invia cicli di trigger a stampante ferma per verificare che la fotocamera scatti in modo affidabile.  

  2. Gestione luce: sincronizza illuminazione LED (su un secondo pin) per ridurre flicker e compensare variazioni di esposizione lungo stampe lunghe. L’uscita GPIO può comandare un relè a stato solido o transistor MOSFET a bassa corrente (con circuito buffer).  

  3. Firmware personalizzato: se usi ESP32 come ponte, integra logica di “debounce digitale” per ignorare trigger multipli accidentali causati da rimbalzi di segnale.

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Di Fantasy

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