Innovativa Tecnica di Collegamento: Unione di Componenti Stampati in 3D con Heat Staking
Giunti fissati a caldo per l’assemblaggio di stampe 3D
Richard Sewell, un ingegnoso appassionato, ha sviluppato un metodo alternativo per unire componenti stampati in 3D, utilizzando la tecnica del Heat Staking (o rivettatura termica).
In alternativa alle soluzioni tradizionali come adattamenti forzati, collanti o filettature, Sewell adotta un approccio innovativo. La tecnica del Heat Staking, già nota per essere utilizzata su parti in plastica prodotte tramite stampaggio ad iniezione, consiste nell’inserire un perno di plastica sopra la giuntura. Applicando calore al perno, questo si fonde e si espande, ancorando saldamente i componenti una volta raffreddato. Sewell afferma che questo metodo funziona molto bene anche con pezzi stampati in 3D.
Per eseguire l’operazione, Sewell suggerisce l’uso di un saldatore per trasferire il calore in modo mirato sul perno. Per evitare danni al saldatore, raccomanda di applicare un foglio di Kapton-Tape. Rispetto ai metodi tradizionali di collegamento, il Heat Staking offre diversi vantaggi: non è necessario alcun materiale di fissaggio aggiuntivo, i componenti possono essere separati più facilmente e gli strati di stampa possono essere orientati in modo ottimale in base alle sollecitazioni funzionali.
Questo approccio di Sewell sembra particolarmente adatto per applicazioni che richiedono il superamento di forze di trazione o taglio elevate. Potrebbe quindi arricchire il principio modulare della stampa 3D con una tecnica di connessione efficiente ed elegante.
Sewell ha reso disponibili gratuitamente su GitHub i suoi test, le istruzioni dettagliate e i modelli 3D per il Heat Staking, offrendo così alla comunità un prezioso contributo per esplorare questa promettente tecnica di connessione.