Robot di stampa 3D e IA per la cantieristica: cosa cambia davvero in officina

La combinazione tra robotica per stampa 3D su larga scala e algoritmi di intelligenza artificiale sta entrando nel ciclo produttivo navale con obiettivi concreti: ridurre tempi di fabbricazione, contenere gli sprechi di materiale, migliorare qualità e tracciabilità. Nei cantieri moderni, automazione, robot e analisi dati convivono già con saldatura, movimentazione e controllo; l’additive apre ora alla produzione di strutture e componenti pensati nativamente per il digitale.

Come lavora un “robot di stampa 3D” in cantiere
I sistemi più diffusi sono due: LFAM (large-format additive manufacturing) su polimeri e compositi con bracci robotici e deposizione continua, utile per stampi, scafi e mobiliature; e WAAM/DED-Arc su metalli, adatto a staffe, rinforzi, flange, bracci, strutture secondarie. L’IA interviene in pianificazione traiettorie, compensazione deformazioni e monitoraggio qualità in tempo reale (visione, termico, sensori di processo).

Benefici misurabili: tempi ed emissioni
Su componenti navali reali, programmi come MariLight 2.0 hanno mostrato che, a parità di requisiti meccanici e prove idrostatiche, l’additive può portare a –90% sui tempi e –10% sulle emissioni, con test presenziati da Lloyd’s Register per la conformità. Questi valori, pur legati al caso studio, descrivono bene la direzione di marcia della cantieristica “data-driven”.

Esempi su materiali e scala: dal composito al metallo
Nel composito, casi come MAMBO (Moi Composites con robot KUKA) hanno dimostrato scafi stampati in 3D con fibre continue: 6,5 m di lunghezza e circa 800 kg per il dimostratore esposto al Salone di Genova 2020. Nel metallo, l’adozione WAAM cresce anche in ambito navale e difesa, con installazioni AML3D/ARCEMY in ecosistemi US Navy per produrre componenti strutturali tracciati e qualificabili.

Cantieristica e 3D printing robotico “in acqua”
Progetti e collaborazioni mostrano l’interesse del comparto: V2 Group con Caracol AM ha realizzato un catamarano monolitico tramite stampa 3D robotica di grande formato, a supporto di nuovi flussi per produzione di scafi e parti finite. Questi dimostratori aiutano a costruire librerie materiali, regole di progetto e cicli di qualifica ripetibili.

Robot, saldatura e IA: un asse che converge
Parallelamente alla stampa, i cantieri sperimentano robotica avanzata per saldatura e assemblaggio: l’accordo NEURA Robotics–HD Hyundai punta a validare in cantiere robot umanoidi e quadrupedi per operazioni gravose; la ricerca Fraunhofer nel progetto KISSS studia l’uso di AI nella programmazione e nel controllo qualità di saldature su grandi pannelli e blocchi. Queste linee confluiscono con l’additive in un’unica piattaforma digitale di fabbrica.

Norme e certificazioni: la bussola per l’adozione
L’adozione industriale richiede standard condivisi e regole di classe. La IACS Rec. 186 fornisce un quadro per la produzione additiva nel settore marittimo, allineando requisiti, documentazione e controlli: un prerequisito per portare componenti stampati su navi certificate, riducendo rischi negli audit.

Sfide operative da mettere a progetto
Restano aspetti ingegneristici da governare: corrosione e fatica in ambiente marino, ripetibilità su formati grandi, NDT e tracciabilità dati lungo l’intero processo. L’evidenza maturata in progetti dimostrativi e nelle prove con enti terzi (es. Lloyd’s) indica percorsi di qualifica praticabili, specie quando additive e saldatura robotica vengono integrati sotto gemelli digitali e controllo statistico.

Prospettive: dalla prototipazione alla serie corta in cantiere
Reti territoriali e cluster marittimi lavorano dal 2017 su 3D printing per il mare, mentre attività accademico-industriali (es. Fraunhofer, università tecniche) spingono su AI di processo e ricostruzione 3D dei cordoni. Ne emerge un quadro realistico: serie corte e ricambi critici prodotti vicino alla linea, con robot di stampa e controllo IA integrati nelle officine di blocco.

 

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Di Fantasy

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